
Sabina Nuti, la rettrice della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa
Pisa, 15 dicembre 2024 – “Puntare giorno dopo giorno, a essere un’istituzione pubblica di riferimento e di qualità, dove il talento è attratto e valorizzato per facilitare la mobilità sociale”. Parole della rettrice della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, Sabina Nuti, che ha inaugurato ieri l’anno accademico. “La Sant’Anna si colloca al 4/o posto in Italia nel The - World University Rankings 2025, “un ottimo risultato considerando che questo ranking per il 30% si basa sulla reputazione goduta a giudizio di docenti di altri atenei - commenta Nuti - e non è facile ottenere una buona performance per un’istituzione giovane come la nostra, nata nel 1987.
Inoltre la Scuola negli ultimi 3 anni, ha visto migliorare ogni anno il suo posizionamento scalando 29 posizioni”. Alla cerimonia ha partecipato anche la presidente della Crui, Giovanna Iannuantuoni, che in una breve tavola rotonda, coordinata da Agnese Pini, direttrice di Qn La Nazione ha spiegato che “l’essenza dell’università è la costruzione di un’autonomia critica e per questo dobbiamo dare ai giovani la possibilità di studiare dove vogliono e la speranza che investire su se stessi è l’investimento migliore affinché l’università possa continuare a costruire persone libere”.
L’intervista a Sabina Nuti
“Siamo riusciti a portare a casa un traguardo importantissimo, l’inaugurazione di un nuovo studentato per attrarre soprattutto ricercatori di talento stranieri, ma sul gender gap abbiamo ancora da lavorare noi e, soprattutto, il Paese”. Parola di Sabina Nuti che ha inaugurato il «suo» ultimo anno accademico da rettrice della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa. A leggerla così suona come un bicchiere «mezzo pieno» (o mezzo vuoto) ma in realtà la riflessione di Nuti è, obiettivamente, più profonda: «Con l’acquisizione dell’ex convento pisano, il suo recupero e la sua riapertura abbiamo centrato un traguardo significativo del percorso di espansione della scuola, ma dobbiamo essere anche lucidi nel comprendere che la strada da fare per contrastare le diseguaglianze di genere è ancora lunga e che per riuscirci serve un cambio culturale per il quale occorre il contributo di tutti».
Lei dirige però da sei anni un’istituzione accademica che vede tutte donne nelle figure apicali (rettrice, prorettrice vicaria e direttrice generale).
«Eppure questo non basta. Perché dobbiamo fare in modo che certe situazioni non risultino un unicum, ma siano davvero diffuse. E per farlo non contano i singoli, ma le comunità. Per le donne, in Italia, è ancora molto difficile fare carriera. Anche perché vi sono vincoli giuridici che ne impediscono lo sviluppo: a cominciare, ad esempio, dalla gestione della maternità. Noi ci abbiamo provato».
In che modo?
«Abbiamo stabilito di riconoscere un contributo economico per le giovani mamme nostre ricercatrici per offrire loro un supporto nella gestione dei figli e quindi per le spese delle rette dei nidi o di una baby sitter. Siamo stati tra i primi a farlo, ma dobbiamo avere il coraggio di ammettere che tutto questo non basta a rovesciare il paradigma: per riuscirci occorre una nuova consapevolezza culturale che coinvolga anche gli uomini per spingere i decisori politici a costruire un sistema legislativo che il gender gap lo contrasti davvero e non solo a parole».
‘Arrivare è un nuovo inizio’ è stato lo slogan che ha caratterizzato la cerimonia di inaugurazione, corredata anche da un video in cui tutta la comunità santannina si è raccontata in modo originale e moderno. Scelta singolare per chi invece è un po’ al passo d’addio, non trova?
«Noi tutti, e quando dico tutti mi riferisco a ciascun componente del mondo Sant’Anna, crediamo in quello che facciamo e il video serviva a dare il giusto riconoscimento a chi giorno dopo giorno contribuisce con il proprio impegno a raggiungere i risultati che abbiamo centrato. Quanto allo slogan è anche questo una scelta voluta. A noi piace pensare al plurale.’ Arrivare è un nuovo inizio’ significa iniziare un percorso da quando si arriva al collegio. Significa guardare avanti dopo avere raggiunto un traguardo. Significa costruire le condizioni per continuare ad attrarre talenti per garantire al Paese una autentica mobilità sociale. Per fare tutto questo occorre garantire un’offerta didattica all’altezza. Ecco perché è importante anche lo sviluppo edilizio che la Scuola ha avuto in questi anni e che avrà in quelli futuri: il nuovo studentato di Santa Croce in Fossabanda ha un duplice valore. Ci permette di essere attrattivi per gli stranieri e dimostra, plasticamente, ciò che sappiamo fare: lavorare sinergicamente con altri enti, come abbiamo fatto con il Comune, per cogliere opportunità di grande rilievo per tutto il sistema pubblico. Riusciamo a farlo grazie anche ai partner che ci supportano e credono nei nostri progetti come le Fondazioni Talento all’Opera e Luca Cavallini».
Quale consiglio si sente di dare a chi verrà dopo di lei?
«Più che consigli, sono sicura che la Sant’Anna, come ha iniziato a fare già prima di me, continuerà in questa direzione. Investendo sul merito e su un’offerta didattica di prim’ordine coniugandolo con lo sviluppo edilizio, penso ad esempio al Parco scientifico-tecnologico di San Giuliano Terme (Pisa) che sarà pronto entro il 2026: quattro edifici per una superficie complessiva di 2000 metri quadrati».