FRANCESCA BIANCHI
Cronaca

"Salviamo l’eredità della trattoria da Bruno"

La proposta dello chef Luca Micheletti: "Troviamo un imprenditore che lo rilevi, oppure diventi un’appendice dell’istituto alberghiero"

di Francesca Bianchi

La cucina è cultura. La cucina pisana è un patrimonio da non disperdere, quella fino ad oggi tramandata dell’antica trattoria da Bruno è un pezzo di storia. Da queste tre convinzioni parte la proposta di Luca Micheletti, chef, ristoratore, patron della Locanda Sant’Agata e direttore provinciale di Tni Italia. Una voce autorevole per una proposta che, lanciata sui social, sta raccogliendo consensi e applausi.

Piero Cei ci ha lasciato pochi giorni fa, ma le luci del glorioso ristorante di Porta a Lucca erano già spente da alcuni mesi. I tanti anni sulle spalle, la salute, le difficoltà del Covid, il mondo della ristorazione che nel tempo è cambiato profondamente: tanti i fattori che avevano convinto la famiglia allo stop. E dopo che l’attività si è fermata – non senza un appello a far continuare a vivere, in qualche modo, il tempio della cucina pisana – anche Piero, giovedì della scorsa settimana, se ne è andato portandosi lontano sapori e saperi che hanno deliziato generazioni. Il cordoglio cittadino è stato unanime. Come lo era stato il dispiacere di vedere quelle porte chiuse, senza più Piero ad accogliere i clienti in postazione tra le sue polaroid piene di volti noti.

E adesso? Luca Micheletti ci ha pensato un po’ – giusto qualche giorno - e poi ha buttato lì la sua piccola grande idea: "Affinché si possano mantenere vive le nostre tradizioni, sia come luoghi di ritrovo cittadino sia come piatti tipici, sarebbe auspicabile che un luogo come l’Antica Trattoria da Bruno continuasse ad esistere come luogo di divulgazione dei piatti che ci contraddistinguono". Le proposte potrebbero essere due: "La prima è che un imprenditore rilevasse l’attività e portasse avanti il lavoro svolto da Piero e Graziella per più di 50 anni (in linea con l’appello lanciato dalla figlia Roberta solo poche settimane prima che babbo Piero si spegnesse improvvisamente all’età di 83 anni, ndr). La seconda che diventasse un’appendice dell’istituto alberghiero Matteotti dove i ragazzi, affiancati da docenti selezionati, divulgassero il ‘verbo’ della cucina pisana. Anche se la situazione è diversa, abbiamo visto una forte presa di posizione cittadina per lo Chalet del Salvini (anche questo storico locale sull’Arno è chiuso da molto tempo e per ‘salvarlo’ è stata lanciata una petizione on line, ndr), farebbe piacere se potesse esserci la stessa attenzione anche su l’Antica Trattoria da Bruno".

Una mobilitazione, un impegno della città. Subito è arrivata l’approvazione da parte del dirigente del Matteotti Salvatore Caruso: "Solo un grande professionista del settore come te Luca Micheletti poteva avere un’idea così compita e di grande rispetto deontologico. Bravo". E anche la famiglia di Piero Cei ha accolto con entusiasmo l’idea mentre i pisani doc si sono subito compattati in difesa di zuppa, baccalà coi porri, trippa e molto altro ancora. Quella cucina povera fatta di cibi semplici e genuini che, in realtà, è la vera ricchezza del nostro territorio.