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Valdemaro Logli ricorda la nuora Roberta: "Lo sapete, è stato un brutto periodo"

Valdemaro Logli a processo per tentata truffa parla di Roberta Ragusa

Roberta Ragusa, scomparsa nel 2012

Pisa, 24 gennaio 2018 - «A un certo punto ho anche lasciato che le cose andassero, quello era un periodo molto difficile per me e per la mia famiglia, lo sapete tutti... scomparve mia nuora». Voce ferma, sicuro di sé, Valdemaro Logli ha risposto a tutte le domande del suo avvocato Roberto Cavani, a quelle della parte civile e del pubblico ministero, difendendosi punto per punto. Valdemaro, 83 anni, apparso finora nelle cronache come il suocero di Roberta Ragusa, è sotto processo per tentata truffa davanti il giudice del tribunale di Pisa Paola Giovannelli. Un fatto che non ha nulla a che vedere con la scomparsa di Roberta. La procura ritiene Valdemaro responsabile di aver chiesto un risarcimento del danno superiore a quello che avrebbe potuto pretendere per un sinistro avvenuto nella sua proprietà. Un importo che sarebbe «lievitato» anche dei costi di altri lavori fatti sulla recinzione della tenuta a Gello. Ci sarebbe, a confortare l’accusa, la mancata corrispondenza delle fatture.

QUESTA storia comincia nel 2010 quando un addetto al soccorso stradale si presenta per consegnare una Ford Fiesta recuperata ad Arena Metato con problemi alla frizione, nell’autofficina che si trova in affitto dentro la proprietà dei Logli. Quando il carro attrezzi scaricò il mezzo ci fu il cedimento di un gancio che fece scivolare la macchina verso la porta scorrevole dell’autofficina danneggiandola. Comincia tutto qui, quando, successivamente a questi fatti, arriva all’addetto al soccorso stradale una richiesta danni da Logli superiore a 15mila euro. Che non è mai stato saldato dal responsabile. Anzi, nel maggio 2011 Logli fu querelato. Motivo? Secondo l’accusa in quella cifra avrebbe inserito anche un altro danno capitato più o meno nello stesso periodo. «Ho mandato al recupero tutti e due i sinistri distintamente», ha detto Logli riconoscendo fatture e documenti in aula. Secondo il teorema della difesa, infatti, l’invio della fattura anche per quel sinistro sarebbe stato un disguido dell’agenzia antinfortunistica a cui Valdemaro si era rivolto per il disbrigo delle pratiche. «Le stesse ditte – ha detto Logli – hanno fatto le riparazioni dei due sinistri». La parte civile ha contestato il fatto che Logli aveva pagato le fatture quando i lavori non erano ancora finiti, anzi neanche cominciati. Sentito in aula anche il titolare dell’autofficina che ha detto: «La porta è stata sistemata subito, poi durante le ferie fu fatto il lavoro definitivo». Anche il fabbro ha confermato tutti i lavori. Il duello riprende a maggio quando saranno sentiti i due testimoni rimasti, a cui la difesa avrebbe rinunciato, ma che la parte civile ha voluto. E’ probabile che nello stesso giorno si tenga la discussione perché la prescrizione si avvicina.

Carlo Baroni