A poche ore dall’apertura dell’indagine sono oltre 2000 le compilazioni del questionario su molestie e violenze di genere all’interno dell’Università di Pisa, rivolto a tutti i componenti della comunità universitaria.
E’ stato elaborato dal "Gruppo di lavoro su molestie e violenze di genere" coordinato dalla sociologa Silvia Cervia, il questionario risponde all’esigenza di raccogliere più voci possibili all’interno dell’Ateneo per individuare gli strumenti idonei a combattere il fenomeno.
"L’alto numero di risposte che stiamo ricevendo - osserva Cervia - è un segnale positivo: significa che la nostra comunità è disposta a mettersi in gioco, a riflettere e lavorare su queste tematiche". Professoressa, qual è l’obiettivo dell’indagine?
"Rilevare fenomeni di violenza o molestie vissuti all’interno dell’Università di Pisa o collegati all’esperienza universitaria, nell’ambito di stage, tirocini o specializzazioni. I risultati saranno sottoposti agli organismi preposti che se ne faranno carico per elaborare nuove politiche di prevenzione e contrasto alla violenza di genere, allo scopo di rendere il nostro Ateneo più sicuro per tutti".
Come siete arrivati all’elaborazione del questionario?
"Attraverso un percorso partecipato che ha coinvolto la stessa comunità universitaria. L’idea nasce dalla volontà di comprendere come si manifesta il fenomeno all’interno della nostra comunità, quali sono le tipologie di violenza e quali le categorie coinvolte. Ma serve anche per capire quanta fiducia c’è rispetto alla capacità dell’istituzione di intervenire".
Com’è strutturato, nel dettaglio?
"Una parte è dedicata a rilevare la posizione di chi ha avuto un’esperienza di violenza, dopodiché si indagano le diverse forme di violenza così come sono identificate dalla comunità internazionale, nella consapevolezza che talvolta si possono sovrapporre".
Il tutto garantendo l’anonimato...
"Questo è un elemento imprescindibile. Per accedere al questionario è necessario inserire le proprie credenziali di Ateneo, ma queste non sono in alcun modo associabili ai risultati dell’indagine".
C’è una scadenza?
"Abbiamo pensato di chiudere l’indagine il 25 novembre, in occasione della giornata internazionale contro la violenza sulle donne, ma ci riserviamo di posticipare il termine: l’obiettivo è quello di intercettare più voci possibili. Le risposte saranno poi elaborate in forma aggregata per fare emergere le tendenze più rilevanti, e il report finale sarà condiviso con tutta la comunità".
Cosa vi aspettate da questo percorso?
"La prima sfida è capire, in base al numero dei partecipanti, quanto il tema è importante per la nostra comunità. Poi bisognerà distinguere le reazioni delle varie componenti, perché non è detto che tutte aderiscano allo stesso modo. Altro elemento da analizzare sarà la risposta della componente maschile, che spesso si sente esclusa da questo tipo di rilevazioni. Fine ultimo dell’indagine è la costruzione di un clima culturale diverso, perché tutti possano studiare e lavorare con serenità". Stefania Tavella