REDAZIONE PISA

Prima donazione a cuore fermo. Pisa all’avanguardia in Toscana

Una super équipe ha effettuato ad agosto l’intervento in un donatore in coma irreversibile. Il team padovano, pioniere l’anno scorso, ha affiancato Aoup. "Il paziente ora sta bene ed è stato dimesso".

La super équipe che ha eseguito l’operazione

La super équipe che ha eseguito l’operazione

La sanità pisana si riconferma un’eccellenza. È stato infatti realizzato dall’azienda ospedaliero universitaria pisana il primo prelievo di cuore da donatore a cuore fermo in Toscana. Una complicata operazione dall’altissimo risvolto umanitario, eseguita con successo al punto che, come fanno sapere dalla Regione, "la persona che ha ricevuto l’organo è buone condizioni cliniche ed è stata dimessa dall’ospedale". Un intervento fuori dal comune perché le donazioni a cuore fermo effettuate in Aoup e in pochi altri centri di eccellenza hanno infatti sempre riguardato altri organi ma mai il cuore stesso, il cui prelievo a scopo di trapianto viene effettuato sempre a muscolo ancora battente in condizioni di morte encefalica accertata. In questo caso invece è stato prelevato, oltre agli altri organi, anche il cuore dopo i 20’ di osservazione di elettrocardiogramma piatto previsti dalla legge. Il cardiochirurgo padovano Gino Gerosa, che per primo lo scorso anno ha effettuato l’intervento a Padova, ha coordinato i colleghi pisani nella complessa procedura che ha visto lavorare in sala operatoria più èquipe mediche per perfondere gli organi, prelevarli e poi effettuare i trapianti. Il cuore, dopo l’arresto di 20 minuti, una volta perfuso con l’Ecmo (tecnica per la circolazione extracorporea) ha ripreso l’attività contrattile, dimostrando di essere in condizioni ottimali per essere trapiantato. È stato quindi prelevato e trasportato a Padova dove è stato donato a paziente. Tutto questo è stato possibile solo grazie al gesto straordinario di estrema generosità compiuto dai familiari del donatore, che hanno così ridato speranza concreta di vita ad altri pazienti in lista d’attesa per ricevere un organo.

"La legge italiana - spiega Gino Gerosa - per consentire l’espianto di organi dopo un arresto cardiocircolatorio, stabilisce che sia necessario registrare un elettrocardiogramma piatto per venti minuti. In altri paesi viene considerato sufficiente, per dichiarare la morte del paziente, un elettrocardiogramma piatto di cinque oppure dieci minuti; le linee guida statunitensi considerano addirittura impossibile effettuare con successo un espianto di cuore passati venti minuti dall’arresto cardiocircolatorio. Invece Padova - conclude il cardiochirurgo -, nel 2023, per la prima volta al mondo, abbiamo dimostrato che ciò è possibile e oggi Pisa lo ribadisce".