di Gabriele Masiero
E’ fissata al 10 ottobre alle 10 l’asta per la vendita del porto di Marina. O, più precisamente, dei 287 posti barca della marina, dei quali 265 in aree di piena proprietà della società Boccadarno e 22 parzialmente in area demaniale e parzialmente in aree di piena proprietà della società, nell’ambito del concordato preventivo avviato nel 2017 per evitare il crac finanziario e garantire la continuità aziendale e che, recentemente ha portato all’acquisizione delle aree residenziali da parte di Marina Development Corporation, che sta ora definendo il piano di recupero del waterfront. Il prezzo base per l’operazione è stato fissato dal tribunale a 32.441.837 euro, con un’offerta minima fissata a 24.331.378 euro. Il termine ultimo per presentare l’offerta è fissato alle 12 dell’11 ottobre. Questi sono i termini ufficiali della procedura, ma immaginare un compratore al primo tentativo, anche in virtù di quanto accaduto per la vendita dei terreni, è pura utopia.
E’, infatti, ragionevole ritenere che eventuali imprenditori interessati aspettino a farsi avanti con il chiaro interesse di far scendere il prezzo. Fare previsioni in questo campo è sempre difficile, ma il tortuoso cammino fatto fin qui dal concordato (con compratori prima affacciatisi e poi svaniti nel nulla, fino all’arrivo, salvifico, del fondo "Pisa in progress" detenuto da Mdc) lascia presupporre che questa prima tappa per la cessione dei posti barca potrebbe davvero concludersi con un nulla di fatto. Per poi procedere a un secondo incanto con prezzi significativamente ribassati. Il fondo Pisa in progress di Mdc, che fa capo all’imprenditore olandese, Rob Thielen, non ha mai fatto mistero di essere interessato a valutare l’acquisto della marina, ma di sicuro non a quel prezzo. Del resto per le aree fabbricabili, assai più remunerative e dove nasceranno un hotel a 5 stelle, 60 appartamenti di alta gamma e 70 alloggi brandizzati, sono stati spesi 15 milioni di euro, meno della metà dell’attuale valore fissato dal tribunale per i posti barca.
A questo si deve aggiungere che lo "spacchettamento" del progetto (ovvero la separazione tra il porto e le aree a destinazione ricettivo-residenziale) può non aiutare a trovare una soluzione in tempi così brevi. Ciò significa che, al di là delle dichiarazioni ufficiali, Mdc seguirà attentamente l’evolversi dell’asta e valuterà la possibilità di subentrare anche nella proprietà della marina, ma solo a condizioni economiche ritenute più vantaggiose. Altrettanto si può dire per altri soggetti imprenditoriali interessati all’acquisto del porto che, inevitabilmente, dovranno fare i conti con il masterplan di rigenerazione urbana in via di realizzazione (dovrà essere presentato entro fine anno) da parte di Mdc e con le ipotesi di sviluppo commerciale per gli anni a venire. Tutte situazioni, dunque, ancora molto in divenire e che sembrano rendere tutt’altro che maturi i tempi di vendita dei posti barca. Tre settimane ancora e conosceremo le prime risposte.