"Ponte di Mezzo vietato Bavaglio alla politica"

La polemica di Auletta ’Diritti in comune’ sulla determina della Municipale. Nuove regole per l’utilizzo di spazi pubblici destinati a iniziative elettorali

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Il comandante della polizia municipale, Alberto Messerini, con una determina del 26 gennaio ha deciso una serie di prescrizione per lo svolgimento di iniziative politiche ed elettorali in città, di fatto, "escludendo" il Ponte di Mezzo come teatro delle stesse. Il provvedimento dispone che "non potranno autorizzarsi occupazioni di spazi o aree pubbliche quando ciò comporti divieti, deviazioni o limitazioni del traffico veicolare (fanno eccezione le iniziative e manifestazioni che si svolgono in forma dinamica), le istanze dovranno essere presentate almeno 3 giorni prima della data di occupazione all’Unità operativa Suoli Pubblici del comando Polizia Municipale (da lunedì a venerdì, con orario 8–12)" ma soprattutto "le tipologie di occupazione concedibili sono 2 metri quadrati con tavolo e sedie – no gazebo; 6 con tavolo, sedie e gazebo e 9 con tavolo, sedie e gazebo".

La ratio del provvedimento, assicura la polizia municipale, è dovuta a limitare il più possibile i disagi agli automobilisti, ma il provvedimento non piace a Ciccio Auletta, il candidato sindaco di ’Diritti in comune’, la coalizione della sinistra radicale che il 21 gennaio scorso aveva scelto il ponte più iconico della città per presentare la candidatura con un flash mob che ha richiesto la chiusura al transito del ponte per oltre due ore. "Evidentemente - osservano ’Una città in comune’ e Rifondazione - questa manifestazione, che ha liberato il Ponte di mezzo dalle auto per fare spazio a laboratori per bambini e incontri con i cittadini, ha dato troppo fastidio, se ad orologeria il 26 gennaio è stata emessa dal comandante della Municipale una determina sulla ‘concessione di spazi e aree pubbliche per esercizio di attività politica’. Lo scopo è evidente: impedire iniziative come quella da noi promossa".

Secondo ’Diritti in comune’ è un provvedimento "gravissimo e lesivo del diritto costituzionale di manifestare: anteporre il traffico urbano alla libera espressione di proposte politiche nello spazio pubblico non ha nulla a che vedere con un’idea di una democrazia matura, perché in questo modo un comizio o un presidio che comportino una modifica del traffico non verranno più concessi, senza contare che la restrizione riguarda solo le attività politiche perché quelle di natura commerciale, anche se impattano sul traffico, possono svolgersi regolarmente". Diritti in comune ricorda, inoltre, "che le autorizzazioni allo svolgimento di manifestazioni pubbliche spettano alla questura e quindi una norma del genere, palesemente liberticida, discriminatoria e illegittima, va subito ritirata e l’amministrazione comunale deve subito chiarire la propria posizione e assumersi tutte le proprie responsabilità: invitiamo le associazioni, i partiti, i sindacati a prendere parola affinché la determina liberticida sia ritirata".