ENRICO MATTIA DEL PUNTA
Cronaca

Pisa esce dall’Sds, il voto definitivo: "Non copre i bisogni dei cittadini"

Lo sfogo del sindaco Conti: "Doversi far carico della salvezza di un modello fallimentare è paradossale. Abbiamo sempre onorato gli impegni e continueremo a farlo fino al recesso, entro il 31 dicembre 2025". .

Lo sfogo del sindaco Conti: "Doversi far carico della salvezza di un modello fallimentare è paradossale. Abbiamo sempre onorato gli impegni e continueremo a farlo fino al recesso, entro il 31 dicembre 2025". .

Lo sfogo del sindaco Conti: "Doversi far carico della salvezza di un modello fallimentare è paradossale. Abbiamo sempre onorato gli impegni e continueremo a farlo fino al recesso, entro il 31 dicembre 2025". .

di Enrico Mattia Del Punta

"I sindaci del Pd, che oggi accusano Pisa di voler danneggiare l’Sds, da oggi sono liberi di trovare soluzioni operative e gestionali per salvare un modello in cui credono. Pisa ha scelto di costruire un sistema diverso". Così il sindaco di Pisa, Michele Conti, interviene dopo la lunga maratona in consiglio comunale, una due giorni in aula segnata dall’assalto dei gruppi di minoranza contro la rotta tracciata dall’amministrazione e la scelta di recedere dalla Società della Salute. Nella seduta di ieri è stata infatti approvata a maggioranza la delibera, presentata dall’assessore Giovanna Bonanno, che conferisce al sindaco il mandato per esercitare la revoca dal consorzio.

"I numeri dimostrano – ha proseguito Conti – che la Sds Pisana non riesce a far fronte in modo adeguato ai bisogni della popolazione, a causa di scelte che hanno privilegiato gli interessi di una parte politica rispetto all’interesse generale. In questi mesi ho ascoltato in silenzio le accuse più strampalate. Il consorzio ha sempre avuto, anche senza il voto di Pisa, i numeri necessari per approvare atti fondamentali". "Pensare che sia Pisa a doversi far carico della salvezza di un modello fallimentare è francamente paradossale – ha concluso il sindaco –. Con oltre il 30% delle quote consortili e circa il 44% della contribuzione, Pisa ha sempre onorato i propri impegni e continuerà a farlo fino al recesso, che auspichiamo possa concludersi entro il 31 dicembre 2025".

Una decisione definitiva che sancisce l’uscita di Pisa dal consorzio, aprendo la strada a "un nuovo modello per i servizi sociosanitari, improntato a maggiore autonomia, efficienza e vicinanza ai cittadini", ha esultato la consigliera di Fratelli d’Italia, Rachele Compare. La gestione diretta, secondo Caterina Costa, capogruppo di Pisa al Centro, "permetterà maggiore flessibilità e personalizzazione dei servizi. Una scelta che rappresenta un’opportunità per migliorare e potenziare le prestazioni, soprattutto a favore delle fasce più deboli".

La lista civica ha annunciato che "vigilerà affinché il percorso si svolga in maniera attenta e puntuale", mentre il gruppo Forza Italia - Udc - Pli, attraverso un ordine del giorno approvato e presentato dalla capogruppo Raffaella Bonsangue e dalla consigliera Veronica Poli, ha chiesto "un costante monitoraggio e, soprattutto, una compiuta e ampia informazione agli organi consiliari sui servizi che il Comune dovrà erogare", spiegano le due esponenti.

Soddisfatto anche Giovanni Pasqualino (Lega): "Con questa decisione, la gestione dei servizi sarà affidata alla nuova direzione comunale. L’obiettivo è chiaro: migliorare la qualità dell’offerta", ha commentato l’esponente del Carroccio.

Di segno opposto le reazioni delle minoranze. "Una scelta scellerata e un’operazione di Palazzo autoritaria, firmata dalla destra pisana", ha attaccato Ciccio Auletta (Diritti in comune), che in aula ha presentato circa 80 emendamenti come "atto di resistenza". "Un salto nel vuoto", l’ha definita Luigi Sofia (Sinistra Unita), secondo il quale il centrodestra ha intrapreso "una rinuncia a un modello pubblico, mettendo a rischio la tenuta stessa del sistema di welfare cittadino e zonale".