Pisa, 29 ottobre 2024 – Tra il 2023 ed il 2024, i nove volontari del Tribunale del malato hanno ricevuto circa 1500 segnalazioni sia per telefono che fisicamente agli sportelli del Santa Chiara e di Cisanello. Nel 2023, così come nel 2024, la voce grossa e spesso arrabbiata, la fanno le lamentele circa le liste di attesa estenuanti; l’anno scorso sono state ben 350 le proteste per quella visita che non arriva mai. "Nel caso di liste di attesa che vanno oltre la tempistica legale, noi segnaliamo alla Asl o alla Aoup e queste persone vengono "prese in carico" dalle aziende, per arrivare fino all’utilizzo della intramoenia": dice Daniela Puccini presidente del Tribunale. Sono in crescita anche le proteste che cadono sulle prestazioni dei medici di famiglia; sono state 66 nel 2023 e "riguardano soprattutto il poco tempo dedicato alle visite, all’ascolto del paziente, e l’impossibilità di farsi visitare senza appuntamento e la frequente indisponibilità degli stessi medici a visite domiciliari".
"Questa situazione è dovuta al fatto che i medici di medicina generale sono quasi tutti massimalisti e cioè hanno il massimo di pazienti che la legge consente loro: 1800 assistiti": dice Puccini. "Come ulteriore conseguenza, venendo meno questo filtro sul territorio, il pronto soccorso diventa un collo di bottiglia". Le critiche dell’utenza, si soffermano anche sulla mancanza o errata comunicazione sanitario-paziente.
"Questo è il tema dei temi – dice Nicola Favati, avvocato e volontario – perché spesso veniamo contattati per un "errore" del medico, o tale percepito. In realtà non si tratta di uno sbaglio del sanitario bensì di una comunicazione non chiara, poco comprensibile. Questo deriva dal fatto che si mette al centro solo la malattia e non la persona. Si "smembra" la persona che diventa solo una patologia mentre invece al centro della sanità, ci deve essere la persona nella sua interezza, e che va ascoltata". Da qui si capisce che il tribunale del malato, non è il cerbero castigatore (risarcimento danni) di veri o presunti danni addebitabili al medico bensì spesso disinnesca le questioni ancor prima che salgano le scale dei tribunali civili. "La persona deve essere messa al centro – dice Puccini - e così è stato assicurato sia dall’assessore regionale Bezzini che da Gelli direttore regionale alla sanità ed al welfare".
Enrico Meini, volontario, fa un’altra osservazione circa la chirurgia, e dice: "Ci sono pazienti che vengono classificati come "c". L’operazione, non urgente, si fissa dopo molti mesi. Succede che nell’attesa, il paziente peggiori. Bene, noi segnaliamo la cosa ed il sistema sanitario cerca di cambiare la classificazione dell’intervento". Sia sulle liste di attesa che sulle operazioni chirurgiche, "il Tribunale non è mai una controparte alle aziende bensì un aiuto ai pazienti che vengono incanalati sulla giusta strada in nome di una sanità pubblica". I volontari sono: Patrizia Bani, Simona Baldi, Marco Frediani, Luca Orsetti, Massimo Giuliani, Carlo Russo, Maria Mihaila.