REDAZIONE PISA

Organici di polizia e violenza negli stadi: se ne parla stasera in "Professione Sicurezza"

In studio Mariano Bizzarri Ollandini con numerosi ospiti

Professione sicurezza

Pisa, 30 aprile 2015 - Stasera, giovedì 30 aprile, alle ore 21:30 su 50 Canale andrà in onda la nona puntata del 2015 della trasmissione televisiva "Professione Sicurezza" condotta in studio da Mariano Bizzarri Ollandini.

Ospiti in studio Claudio Meoli, Segretario Generale Provinciale SILP-CGIL Polizia di Stato, Emanuele Palmarini, Segretario V. Regionale UGL Polizia di Stato, Pietro Taccogna, Segretario Generale Nazionale "Lo Scudo" Uil Polizia di Stato e Pietro Gianassi , Sovrintendente della Polizia di Stato e scrittore del libro “ Volante uno da centro! 20 anni a cavallo della “pantera” , dedicato alle attività della Polizia di Stato e fatto di verità non sempre belle e talvolta scomode.

Saranno affrontati tanti aspetti critici di una Polizia di Stato stanca, anziana, senza strumenti idonei per contrastare una criminalità sempre più organizzata e che, ad oggi, ha solo 500 agenti di nuova nomina che da metà maggio, al termine del corso di formazione, saranno assegnati alle province di Alessandria, Aosta, Bergamo, Brescia, Bolzano, Como, Imperia, Lecco, Lodi, Modena, Novara, Nuoro, Prato, Parma, Pavia, Rovigo, Varese, Verbania e Vercelli. In Toscana, quindi, solo a Prato arriveranno nuovi agenti di Polizia mentre nelle altre Province ed in particolare nella città “metropolitana” di Pisa (dove da poco il Prefetto ha firmato il Patto per Pisa Sicura ed ha chiesto 60 militari per vigilare su stazione, piazza dei Miracoli, tribunale ed altri obiettivi sensibili) non sono previsti nuovi agenti di polizia.

Oltre ad affrontare il tema del sotto organico a livello nazionale, dopo gli episodi di violenza in occasione dell’incontro calcistico di Lega Pro tra Pisa e Ascoli, dove rimase seriamente contuso anche Pietro Taccogna, e dopo gli ultimi fatti di Torino, in occasione del derby, sarà affrontato in trasmissione anche il problema dei filtraggi agli ingressi degli stadi che non sempre consentono di individuare strumenti atti ad offendere tra cui anche materiali esplodenti, facilmente occultabili con vari stratagemmi, inclusa la strumentalizzazione dei bambini (si tratta di una pratica che si è diffusa specie negli ultimi tempi). Vere e proprie perquisizioni da parte della polizia sono possibili solo se e quando ricorrono i presupposti di legge, quindi servirebbe un maggior coinvolgimento delle società calcistiche che dovrebbero professionalizzare la propria dirigenza e fare delle campagne di sensibilizzazione oltre ad un reale investimento sugli steward, che devono essere adeguatamente formati e valorizzati, attese le delicate funzioni di loro competenza. La sicurezza negli stadi non è certo solo un problema di polizia.

I rappresentanti delle varie sigle sindacali oltre a lamentare strumenti di lavoro idonei per affrontare la quotidianità ( mezzi per pattugliare il territorio, cancelleria per gli uffici, divise nuove e diversificate a seconda del servizio, protezioni per la difesa personale, alloggi decorosi, strutture sicure dove lavorare etc..) lamentano uno stato che fra decreti svuota carceri, depenalizzazione dei reati, accoglienza degli immigrati senza controlli adeguati e senza strutture idonee per la identificazione ed eventualmente per l’espulsione oltre ad inserire il reato di tortura che consisterebbe , secondo il ddl, nel comportamento di chi intenzionalmente “causa una sofferenza acuta” con il dolo specifico di “ottenere informazioni”, di “infliggere una punizione” e di “vincere una resistenza” che va in contrasto con l’articolo 53 del codice penale che invece stabilisce , al contrario, che è un legittimo compito del poliziotto usare la forza per “vincere una resistenza” ; quindi il poliziotto oltre a lavorare male , a non vedere il criminale punito con la reclusione è anche a rischio se , difendendosi, durante il servizio di ordine pubblico colpisce una persona con una manganellata (reato di tortura).