REDAZIONE PISA

Ordinanza di chiusura negozi a Pasqua: Pisa, esercenti sul piede di guerra

Rabbia e sconcerto delle associazioni di categoria di fronte all’ultima ordinanza firmata da Giani: "Da Firenze non ci rispettano"

Molte categorie di negozi rimarranno chiuse per l'ordinanza di Pasqua

Pisa, 3 aprile 2021 - L’ordinanza firmata ieri dal governatore Giani tira giù la saracinesca su Pasqua e Pasquetta. Supermercati, negozi di alimentari e di vicinato, fiorai, gastronomie, rosticcerie resteranno chiusi per due giorni, mantenendo solo la possibilità di delivery. Stop anche ai tabaccai.

Aperte invece farmacie, parafarmacie ed edicole. Salvi i bar e i ristoranti che potranno effettuare domicilio e asporto anche se in un primo momento lo stop sembrava comprendere anche questo tipo di attività. E la rabbia è tanta. Durissima la reazione di Confcommercio: "In Regione Toscana afferma la presidente di Confcommercio Federica Grassini - non hanno la minima idea di quello che è il lavoro degli imprenditori, e dimostrano per l’ennesima volta che non hanno le competenze per deliberare in materia, perché parlano qualcosa che non conoscono, non capiscono e che non rispettano. Con questa decisione, in pratica si rende difficilissimo il lavoro a tutte le attività di commercio al dettaglio coinvolte nella chiusura, considerando che molte di loro avevano le ordinazioni pronte, e che senza nessun tipo di preavviso, a poche ore dalla Pasqua, saranno costrette ad organizzare un immediato servizio di delivery".

Lo definisce un fulmine al ciel sereno il direttore di Confcommercio Provincia di Pisa Federico Pieragnoli: "A tutti evidente che si tratta di una cosa inaudita, una assoluta mancanza di rispetto nei confronti degli imprenditori che stanno vivendo da un anno l’incubo della pandemia e delle restrizioni, e dei loro stessi clienti".

Non sono toccati direttamente dal provvedimento in questione, ma sarà una Pasqua lacrime e sangue anche per ristoranti e pubblici esercizi. Come testimonia Daniela Petraglia, presidente di ConfRistoranti ConfcommercioPisa: "Alle 22mila imprese già scomparse, ai 243mila posti di lavoro persi, sono destinati a sommarsi i danni prodotti dall’ennesima festività, quella pasquale. Secondo le stime del nostro centro studi Fipe la zona rossa a Pasqua provocherà un danno al settore da 350 milioni di euro, mentre lo stop di Pasquetta causerà un ulteriore danno da 230 milioni".

Chiede il ritiro o la modifica dell’ordinanza Confesercenti: "In questi lunghi mesi di dpcm e ordinanze regionali abbiamo sempre chiesto a governo e Regione di muoversi tempestivamente in caso di ulteriori restrizioni in modo da permettere agli imprenditori di gestire gli acquisti dei prodotti. Richieste che sono sempre cadute nel vuoto".

Il presidente di Confesercenti Toscana Nord Alessio Lucarotti non nasconde l’amarezza, esattamente come il presidente regionale dell’associazione Nico Gronchi e tutti i vertici pisani dell’associazione: "L’ordinanza, oltre che nei contenuti, è sbagliata nei tempi e nei modi, visto che la Regione è addirittura andata oltre le chiusure stabilite dal Governo per i territori che si trovano in zona rossa. Ancora una volta si è scelto la chiusura tout court di chi non è responsabile dei contagi, senza alcun confronto preliminare con le categorie. Un’ordinanza che alla vigilia delle festività pasquali crea pesantissime ripercussioni alla filiera della gastronomia, dell’alimentare, e cioè a quelle piccole e medie imprese di un settore fra i più colpiti dalla pandemia. Per non parlare della chiusura dei tabaccai e dei fiorai: è a loro che si devono i problemi di assembramento?".