'Normale', ma per modo di dire. L’Università sbarca sulla Luna

Pisa, il lavoro di un ricercatore livornese sarà lanciato nello spazio

Valerio Voliani

Valerio Voliani

Pisa, 11 gennaio 2017 - VALERIO Voliani, livornese, 35 anni, è ricercatore al Center for Nanotechnology Innovation, il laboratorio dell’Istituto italiano di tecnologia ospitato nei locali della Scuola Normale superiore di Pisa. Sale agli onori della cronaca per due sue creazioni artistiche che saranno portate sulla Luna, dove sarà creato una sorta di museo perenne dell’umanità.

Come dobbiamo definirla: ricercatore o artista?

«Sono un ricercatore. Il mio campo è lo sviluppo di antitumorali basati su nanostrutture metalliche biodegradabili. Quanto sta accadendo è la conseguenza... divertente del mio lavoro».

Ci spiega cosa è successo?

«Due mie immagini di nanomateriali sono state selezionate e inserite nel progetto di Astrobotics e Carnegie Mellon University per essere inviate e depositate sulla Luna il prossimo anno, dentro una capsula che rimarrà a testimonianza della vita umana per circa cinque milioni di anni. Questo progetto è la prima missione lunare completamente privata e si inserisce nel concorso Google Lunar Xprize».

In cosa consiste questa competizione... spaziale?

«Nel lanciare, far atterrare e viaggiare sulla superficie della Luna un rover che manderà sulla Terra foto e dati del nostro satellite; il tutto solo con fondi privati. Lo scopo principale del progetto è incentivare la diminuzione dei costi dei viaggi spaziali, in modo da poter studiare il nostro satellite per sfruttarne le risorse e utilizzarlo come meta di turismo spaziale».

Ma cosa c’è di artistico nella scienza?

Direi... la passione». Come nascono queste immagini? «Sono state entrambe ottenute tramite un microscopio a scansione elettronica. Io mi diverto a colorare le immagini che studio. Quelle scelte per il viaggio sulla Luna ritraggono un sale, il bromuro di cetiltrimetilammonio, cristallizzato involontariamente in forme che richiamano strutture floreali. I campioni che contenevano le strutture saline erano sintesi di nanosfere di argento (Rose) e di bacchette di oro (Loto)».

Ma sono oggetti piccolissimi. «Sì, per questo si parla di nano-arte. Sono oggetti grandi un milionesimo di millimetro».

E come ci arriveranno le sue immagini, sulla superficie lunare?

«Non solo le mie. Ci saranno anche melodie, suoni, poesie per un totale di trecento artisti. Viaggeranno all’interno di camere cilindriche chiuse da dischi di zaffiro. Un vero gioiello di tecnologia».