
Paola Bertelli, vedova di Giovanni Ghiara
Pisa, 22 dicembre 2019 - Una morte che ancora angoscia per i “dubbi” che qualcuno ha istigato nei familiari. Telefonate e lettere anonime, carte bollate e procedimenti giudiziari conclusi con l’archiviazione. C’è tutto questo e molto altro nella storia che ci raccontano la signora Paola Bertelli, vedova di Giovanni Ghiara, 66 anni di Livorno, e il suo legale, l’avvocato Francesco Atzeni.
Ci raccontano, appunto del signor Giovanni che venne ricoverato nel novembre di due anni fa per un aneurisma innocente all’Aoup di Cisanello. "Era cardiopatico e obeso - ricorda il legale - e fu comunque deciso di trattare la patologia in modo chirurgico". Un’operazione "che si concluse - riferisce la signora Paola - con esito positivo, come mi fu spiegato": ma nelle ore immediatamente successive subentrarono della complicazioni in seguito alle quale il Ghiara morì esattamente quattro giorni dopo essere stato operato.
E qui comincia il giallo. Passano i giorni ed al telefono del genero del defunto arriva una telefonata anonima nella quale l’interlocutore (una donna), in lacrime, dice – riferisce la moglie – "che Giovanni è morto per errori che sono stati commessi in sala operatoria e consiglia di rivolgersi all’avvocato Atzeni che ha in mano altre cause in qualche modo legate anche a quest’ultima vicenda".
Intanto, passano ancora pochi giorni, e una lettera anonima la riceve l’avvocato Atzeni, allo studio. "Nella lettera - spiega il legale - mi viene detto che sarò contattato da questa famiglia, che l’uomo in questione, il signor Ghiara sarebbe morto per errori e che poi sarebbe stato fatto in modo di coprire le vere ragioni del decesso. La lettera, pur anonima, dal tono, sembra essere frutto di più persone". Fu così che la famiglia Ghiara e l’avvocato si conobbero e si incontrarono.
Dopo un primo colloquio e analizzato il caso decisero di fare un esposto ai Nas di Livorno. "A quel punto - racconta la signora Bertelli - come credo tutti noi, volevo sapere se c’erano delle responsabilità nella morte di mio marito, oppure se invece è morto dopo che per lui è stato fatto tutto: la morte è dolorosa, ma sappiamo di doverci fare i conti. Vivere con il dubbio è terribile". Partono le indagini, il pubblico ministero Aldo Mantovani incarica un ctu e la consulenza conclude che non si evidenziano anomalie per le quali ipotizzare penali responsabilità. L’archiviazione mette la pietra tombale su tutto. Contemporaneamente però la famiglia inizia la causa civile ai fini del solo risarcimento del danno.
"L’incarico al ctu nel procedimento civile è stato affidato nei giorni scorsi – spiega l’avvocato Atzeni -. Riteniamo, sulla base di nostre consulenze, che Ghiara dovesse essere tratto in modo solo farmacologico in quanto l’intervento era assai più rischioso della patologia che lo affliggeva". Finita qui? No, perché la signora Bertelli ha presentato un esposto verso ignoti per calunnia. "O qualcuno ha tentato di utilizzare il dolore della famiglia Ghiara, ed anche la mia persona come legale, per calunniare una intera equipe medica - spiega l’avvocato Atzeni - oppure la verità è un’altra e qualcuno sa qualcosa. Delle due l’una. Non c’è scampo".
"Facciamo appello tramite La Nazione - conclude la signora Bertelli - perché chi sa, se esiste, si faccia avanti, ci metta la faccia, o ci metta sulla strada. Non voglio vivere con il dubbio, è tremendo, non vivo più a questo modo". L’intenzione, stavolta, è quella di andare fino in fondo. © RIPRODUZIONE RISERVATA