Morire a 19 anni al mare: "Credevamo di aver salvato tutti, ma Khadim non ce l'ha fatta"

Tirrenia, la tragedia in mare: il giovane stava trascorrendo una giornata sulla spiaggia con gli amici

Il luogo della tragedia e, nel riquadro, la vittima (Valtriani)

Il luogo della tragedia e, nel riquadro, la vittima (Valtriani)

Tirrenia (Pisa), 11 giugno 2021 - «Ero già tornato in spiaggia e già mi facevo la doccia. Credevo che, alla fine, fosse andato tutto bene". Sono increduli pure i bagnini. Il corpo di Khadim è avvolto in un telo dorato che riflette i raggi del sole, la battigia è transennata e gli ombrelloni del bagno Maestrale – ancora aperti – svettano: appaiono come vuoti e muti spettatori di un dramma assurdo. Un sole acceso fotografa la morte straziante di un ragazzo che il 10 agosto avrebbe compiuto 20 anni. Intorno a quel corpo senza vita – oltre alla polizia –, vi sono gli amici, i parenti e i soccorritori. Tutti uniti. Parlano insieme: per ricostruire insieme la dinamica, per ricordare ogni dettaglio, per farsi coraggio, per piangere.

"Quando abbiamo sentito le urla – raccontano i bagnini che chiedono, gentilmente, di poter restare anonimi – ci siamo subito lanciati in acqua. Il mare può essere traditore per chi non sa nuotare a dovere. Non lontano da riva vi è una secca, ma poi l’acqua si alza quasi all’improvviso e diventa alta. Ed è proprio in quel punto che si trovava la compagnia".

I soccorsi si muovono in massa: in quattro, forse anche in cinque. Dal Bagno Perla, dalla spiaggia libera, dal Maestrale e dagli altri lidi vicini.

«Funziona così: ci diamo sempre una mano nelle emergenze – dicono – Abbiamo visto quattro ragazzi in difficoltà e altrettanti ne abbiamo salvati. Non è stato facile". "Qualche minuto più tardi – raccontano ancora – siamo stati chiamati perché all’appello mancava uno della compagnia. Siamo partiti di nuovo verso la secca e presto abbiamo trovato quel corpo: giaceva sul fondo. Immobile".

In tre trascinano Khadim a riva, il resto è solo dolore. «Erano in spiaggia già in tarda mattinata – racconta un ragazzo senegalese che cerca di consolare gli altri –. Non li conoscevo, ma abbiamo stretto amicizia fin da subito. Quattro chiacchiere e poi tutto diventa più facile alla nostra età. Mi sembra incredibile quello che è successo. E’ davvero un dramma".

Un’altra giovane telefona alla mamma disperata: "E’ morto un mio amico, mamma. Un mio compagno di classe. Aveva 19 anni: perché?".

Ogni minuto che passa cala l’adrenalina e sale un intenso dolore. «Questi sono bravi ragazzi e questo episodio risulta un tragico incidente – spiega Alessandro Marraccini che lavora al Maestrale –. Però voglio porre l’attenzione sullo stato della spiaggia libera che ormai è terra di nessuno".

Marraccini punta il dito: "Non ci sono controlli, o almeno non ve ne sono a sufficienza – dice –. Già in questi giorni abbiamo assistito a violente risse che non possono essere sedate dal poco personale presente. La sera, poi, accade davvero di tutto. E’ una zona che deve essere controllata dal Comune esattamente come quella di piazza delle Vettovaglie, altrimenti rischiamo davvero il caos con la mala movida. L’estate è lunga e siamo partiti con il piede sbagliato. Ripeto, questa tragedia niente ha a che vedere ma perché non se ne verifichino altre, invece evitabili, è bene denunciare il problema".