Caso Scieri, l'ex caporale arrestato: "Io non c'entro con la sua morte"

Lo ha detto Alessandro Panella, ex caporale accusato per omicidio volontario per la morte del parà avvenuta nel 1999, in una dichiarazione spontanea resa davanti al gip

Emanuele Scieri (Immagine d'archivio Ansa)

Emanuele Scieri (Immagine d'archivio Ansa)

Pisa, 7 agosto 2018 - ​ Caso Scieri: Alessandro Panella, l'ex caporale arrestato nei giorni scorsi con l'accusa di omicidio volontario in concorso per la morte di Emanuele Scieri, avvenuta il 13 agosto 1999 nella caserma Gamerra di Pisa, è stato oltre un'ora stamani a palazzo di giustizia per l'interrogatorio di garanzia davanti al gip Giulio Cesare Cipolletta. L'indagato, finito ai domiciliari nell'abitazione di famiglia di Cerveteri (Roma), è arrivato in auto insieme ai suoi avvocati ed è entrato in tribunale da un ingresso secondario. Per quasi un'ora e mezzo è rimasto dentro, con il tribunale che ha disposto temporaneamente il divieto di accesso ai giornalisti. 

"Io con la morte di Scieri non c'entro niente e non è vero che volevo fuggire, ma semplicemente avevo programmato il rientro nel Paese dove vivo e lavoro". È quanto avrebbe detto Panella in una breve dichiarazione spontanea resa davanti al gip. Lo si è appreso da ambienti vicini all'inchiesta. Panella dopo queste poche parole ha scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere nel corso dell'interrogatorio di garanzia davanti al gip Giulio Cesare Cipolletta. I suoi difensori, Tiziana Mannocci e Marco Meoli, stanno preparando il ricorso al tribunale del riesame per chiedere la revoca o l'attenuazione della misura cautelare.

Per quanto riguarda il sottufficiale dell'esercito Andrea Antico, indagato anche lui per omicidio volontario in concorso con Panella e Luigi Zabara (quest'ultimo ieri si era presentato in procura accompagnato dal difensore, avvalendosi della facoltà di non rispondere e chiedendo gli atti), il suo avvocato, Massimo Cerbari di Rimini, ha detto: "Abbiamo chiesto e ottenuto dalla procura la possibilità di risparmiarci questa trasferta comunicando che ci saremmo avvalsi della facoltà di non rispondere". 

Il legale sottolinea di avere ricevuto il conferimento dell'incarico solo pochi giorni fa e «trattandosi di una vicenda molto delicata e a noi finora del tutto sconosciuta abbiamo ritenuto che non fosse utile rispondere all'interrogatorio». Il primo agosto scorso il sottufficiale ha subito una perquisizione, «il cui esito probatorio - aggiunge il legale - è a noi sconosciuto: posso dire che gli inquirenti hanno acquisto solo materiale informatico».