
Da tempo infuria il dibattito sull'uscita dall'Sds
Pisa, 30 maggio 2025 – I sindaci di Cascina, Vicopisano, Vecchiano, San Giuliano, Calci, Fauglia, Orciano, Crespina Lorenzana hanno scritto una lettera contro l'uscita del Comune di Pisa dal consorzio Società della Salute. Durante l’ultima assemblea dei soci, il Comune di Pisa, rappresentato dall'assessora Bonanno, ha dichiarato di non voler pagare i propri debiti, rimandando le proprie decisioni alle azioni giudiziarie in corso e future. Un comportamento - quello del Comune di Pisa - che determina, da mesi, una situazione di stallo nelle deliberazioni dell'assemblea dato che Pisa rappresenta il 30% e che condiziona inevitabilmente il voto assembleare, soprattutto sulle materie socio assistenziali dove la quota di compartecipazione del capoluogo sale al 44%.
Durante la discussione sulla proposta della direttrice Sds, ai sensi della legge regionale, in materia di "perdita di esercizio" per maggiori servizi erogati, i rappresentanti dei comuni in più interventi hanno invitato il comune di Pisa a ripensare la propria volontà di voto contrario, in virtù del fatto che tali servizi sono stati effettivamente resi e in secondo luogo per consentire agli altri comuni di proseguire nell'esperienza di gestione dei servizi in forma associata. Ciò, peraltro, non avrebbe in alcun modo impedito al comune di Pisa di proseguire nel proprio intendimento di uscita dal consorzio, ma avrebbe rispettato democraticamente la volontà e l'autonomia degli altri comuni di proseguire con il modello consortile. L'assemblea si è conclusa col voto contrario di Pisa e quello degli altri comuni costretti all'astensione per evitare un ulteriore ricorso al TAR.
La normativa, infatti, prevede che in caso di perdita il Consorzio deve dotarsi di apposito accordo fra le Amministrazioni Comunali volto a determinare maggiori trasferimenti atti alla copertura delle perdite. La posizione del comune capoluogo ha precluso ogni possibilità di accordo e gli altri comuni avrebbero dovuto coprire anche la quota di debito dovuta dal Comune di Pisa per servizi di cui ha beneficiato ma che si è rifiutato di pagare. Purtroppo gli appelli sono caduti nel vuoto e la decisione unilaterale del comune di Pisa rappresenta un gesto che impone ripercussioni pesanti sulle comunità degli altri comuni soci della SDS Pisana.
E non è la prima volta che avviene. A marzo non fu possibile attuare, a causa dell'assenza di Pisa, una delibera per l’aumento della quota capitaria da 30 a 32 euro a persona, che avrebbe portato nelle casse dell’ente di via Saragat un introito aggiuntivo di 400mila euro, necessario a coprire i maggiori costi. Con questo voto Pisa pregiudica una delle ultime possibilità di salvare il Consorzio. Nei prossimi giorni saranno valutati i percorsi più appropriati di fronte al persistere delle criticità esposte e soprattutto del comportamento del Comune di Pisa. In ogni caso si lavorerà per garantire la continuità dei servizi in essere.
Michelangelo Betti, Sindaco di Cascina
Matteo Cecchelli, Sindaco di San Giuliano
Massimiliano Angori, Sindaco di Vecchiano
Massimiliano Ghimenti, Sindaco di Calci
Matteo Ferrucci, Sindaco di Vicopisano
David Bacci, Sindaco di Crespina Lorenzana
Alberto Lenzi, Sindaco di Fauglia
Giuliana Menci, Sindaco di Orciano