L'arresto di Messina Denaro, i soggiorni pisani del superlatitante

Secondo un super testimone, la fuga del boss è passata anche dalla provincia di Pisa

L'arresto di Matteo Messina Denaro (Ansa)

L'arresto di Matteo Messina Denaro (Ansa)

Pisa, 17 gennaio 2023 -  Una fuga lunga più di trent’anni quella di Matteo Messina Denaro che, secondo un super testimone sentito in un’inchiesta giornalista de L’Espresso del 2018, è passata anche dalla provincia di Pisa. Tra panorami mozzafiato e cure in una clinica della zona sottoponendosi a dialisi. Le condizioni di salute del boss sono sempre state precarie, ma ciò non lo ha limitato negli spostamenti e soprattutto nello sfuggire alle catture diventando quasi un fantasma. Così l’ultimo vero boss della stagione delle stragi di mafia – quelle del 1992-’93 – arrestato ieri mattina a Palermo, avrebbe attraversato più di una volta Pisa e la Valdera (anche tra Ponsacco e Terricciola), avrebbe cenato in una trattoria e soggiornato, appunto, in un resort. La sua latitanza è stata costantemente sotto la lente degli investigatori che non hanno mai smesso di cercare gli “amici” e chi aiutava ancora Messina Denaro a restare nell’ombra.

L’inchiesta giornalistica accese l’attenzione sui presunti frequenti spostamenti avvenuti diversi anni prima tra la Versilia e il Pisano del super latitante che, avrebbe potuto contare sulla protezione di uomini legati alla ‘ndrangheta, presente in Toscana, come dimostrano anche recenti indagini della Dda fiorentina, e interessata da diversi appetiti economici. Il supertestimone toscano, soprannominato "Gino" – di cui parlò proprio quell’inchiesta – disse di aver incontrato Messina Denaro dopo che questi si era già sottoposto all’intervento di chirurgia plastica a volto e polpastrelli, proprio per rendersi irriconoscibile. Un racconto che parlava del boss che più volte sarebbe apparso sulle colline pisane, che viaggiava spesso per Lamezia Terme e che della sua rete di protezione si occupavano, appunto, esponenti ’ndranghetisti. Un racconto fatto di viaggi in vari luoghi della regione e della provincia di Pisa: avrebbe alloggiato in un hotel dell’hinterland pisano, sarebbe stato in un locale vicino all’aeroporto, e poi avrebbe fatto tappa – forse in tempi diversi – anche a Soiana.

La presenza di Messina Denaro in Toscana, come noto, è sempre stata sospettata anche se non si sarebbero mai trovati riscontri ufficiali, o almeno tali da indirizzare in modo determinante le investigazioni sul capomafia latitante. Tuttavia nel 2015 c’era stata l’operazione delle forze dell’ordine fra Pisa e la Versilia, che sotto la direzione della Direzione Distrettuale Antimafia di Firenze eseguirono alcune perquisizioni alla ricerca di prove circa una presunta rete di fiancheggiatori potenzialmente legati al boss.

Il super testimone, “Gino”, un toscano 45enne con qualche disavventura giudiziaria alle spalle, secondo il racconto, aveva conosciuto il boss nel 2006. Quell’inchiesta si concluse anche con il riferimento a un presunto interesse di Messina Denaro per un appalto per il trattamento di rifiuti speciali. La caccia al capo della mafia trapanese potrebbe essere passata anche da questa terra. Dove le mafie hanno dimostrato, negli anni, di sapersi infiltrare.