REDAZIONE PISA

Maxi buco Cnr: perizia su imputato

Uno psichiatra dovrà valutare le condizioni dell’ex custode. Sette le persone sotto accusa nell’inchiesta

di Antonia Casini

Nuova udienza preliminare per l’inchiesta sul maxi buco del Cnr partita sette anni fa. Ieri mattina la giudice Nunzia Castellano ha rinviato, su richiesta del legale di Borbotti, per conferire l’incarico a un perito psichiatra che dovrà valutare le condizioni dell’ex custode. Le accuse sono adesso per i coinvolti, con vari ruoli, di falso e peculato, una sola la contestazione di corruzione. In sede di prima udienza preliminare erano stati evidenziati due problemi, si è dovuto quindi ripartire dalla richiesta di rinvio a giudizio che era stata fatta per sette persone: Antonio Bellucci, Chiara Biagini, Marco Borbotti, Eugenio Picano, ex direttore dell’Ifc, che si difende sostenendo che le firme sugli atti non sono le sue, Daniele Ferri, Simone Luzi e Cristiana Bracci.

Tutto partì da un esposto dell’ex direttore dell’istituto di fisiologia clinica, Giorgio Iervasi. A febbraio 2015 la finanza perquisì la sede della struttura innovativa per passare al setaccio i bilanci 2013 e 2014 dove emersero - la ricostruzione - crediti per importi rilevanti mai incassati. Ruolo centrale in tutta la storia sarebbe stato proprio quello del custode Borbotti. "Per lui c’è un problema di imputabilità che parte dal 1998. Quando fu riconosciuto incapace di intendere e di volere dalla Corte d’appello – ha spiegato in precedenti tappe il suo avvocato Giulio Venturi – dopo che si era spacciato un funzionario Asl, andava a fare controlli nelle aziende casearie. Negli anni ci sono stati anche ricoveri. Il Tribunale gli ha nominato anche un amministratore di sostegno". Adesso uno specialista dovrà valutare le sue condizioni.