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L’oro di Filippo il grande: "La lezione di quest’anno?. Ho imparato ad ascoltare"

Il 23enne fiorettista cascinese appena rientrato dai mondiali di Tbilisi "L’infortunio, i momenti no. Ma anche da lì bisogna prendere il positivo".

Filippo Macchi (a destra), con Guillaume Bianchi, Tommaso Marini e Alessio Foconi

Filippo Macchi (a destra), con Guillaume Bianchi, Tommaso Marini e Alessio Foconi

Sui social condivide gli scatti della sfida, e in un video scherzoso con i compagni di squadra mostra con orgoglio l’oro mondiale. Ma al telefono Filippo Macchi si racconta con lucidità, ironia e la spontaneità di sempre. Rientrato da Tbilisi, dove domenica ha conquistato il titolo contro gli USA, il fiorettista pisano risponde da Roma, dove si sta godendo qualche meritato giorno di riposo.

Com’è stato il rientro? "Particolare: era un titolo che mi mancava. Quando si affrontano competizioni così importanti c’è sempre un po’ di tensione, ma quando il risultato arriva, la felicità è ancora più grande. Nel fioretto italiano si dà spesso per scontato l’oro, ma non è mai così facile raggiungerlo".

E la finale con gli USA? "Combattuta. Gli americani sono fortissimi, ogni assalto è sempre molto tirato perché il livello è simile. Abbiamo dominato il primo, poi nel secondo ho avuto una defaillance con Massialas. Siamo riusciti a prendere vantaggio, ma nel penultimo assalto c’è stato un altro calo. Per fortuna abbiamo chiuso avanti".

Lei si è fermato ai piedi del podio negli individuali, dopo un periodo difficile… "Sono arrivato al Mondiale da numero tre del mondo, ero il favorito più per il livello espresso durante la giornata che per la classifica. A inizio aprile ho avuto uno strappo alla gamba sinistra e non sono riuscito a rientrare per un po’ di tempo. Agli Europei non ero in forma. A fine giugno ho fatto delle analisi per capire come il mio corpo stesse reagendo e i risultati erano pessimi: mi sono scoraggiato. Ma tirare così bene nel giorno che contava vuol dire che la competitività ce l’ho dentro. Fa male non prendere la medaglia nella gara più importante dell’anno, ma la mia performance mi dà forza e consapevolezza".

Com’è condividere la pedana con Guillaume Bianchi, Tommaso Marini e Alessio Foconi? "Siamo un bel gruppo: due Europei vinti, un argento olimpico e questo era il mio primo Mondiale con loro. Ci fidiamo completamente: se uno prende qualche staccata di troppo, l’altro corre in aiuto. È fondamentale, perché le difficoltà ci sono e ci saranno. La fiducia è la chiave, e penso che nella gara finale si sia visto".

È passato un anno dall’inizio delle Olimpiadi di Parigi: com’è cambiata la sua vita? "Gli impegni sono aumentati, ma anche la consapevolezza. Una medaglia olimpica ti fa credere di più in te stesso. È stato un anno particolare: alle Olimpiadi si provano sensazioni uniche, ma son sicuro che torneranno anche i grandi risultati. Chiudo la stagione da numero 6 al mondo: sono migliorato e voglio crescere ancora".

Il più grande insegnamento dell’ultimo anno? "Che si può prendere qualcosa di positivo in tutte le situazioni, anche in quelle negative. Quando mi sono fatto male non pensavo che sarebbe stato un infortunio che mi sarei portato avanti così a lungo, l’ho sottovalutato. Ho imparato ad ascoltare il parere di chi mi sta vicino".

Giulia De Ieso