Logli, le ragioni del no alla revisione: "Detenuti inattendibili su Gozi"

Le motivazioni della Cassazione sul ricorso della difesa contro la decisione della corte d’appello di Genova "L‘attendibilità del giostraio emersa quando le dichiarazioni sono state rese nel contraddittorio tra le parti" .

di Carlo Baroni

PISA

Per la giustizia Roberta Ragusa, la mamma di Gello, scomparsa nel nulla una notte freddissima del 2012, è stata uccisa dal marito, Antonio Logli, che poi avrebbe distrutto anche il suo corpo. Logli è stato condannato a 20 anni con sentenza già passata in Cassazione. E, nelle settimabne scorse, è stata – lo rciordiamo – la stessa Corte di Cassazione a rigettare il ricorso proposto dalla difesa di Logli contro l’ordinanza della Corte di appello di Genova che, a sua volta, aveva rigettato la sua richiesta di revisione della sentenza di condanna. Ora ci sono le motivazioni di quella decisione degli ermellini.

"La Corte di appello – scrivono i giudici di Cassazione – ha ritenuto manifestamente infondata la richiesta di revisione che si fondava, essenzialmente, su dichiarazioni di compagni di detenzione del Gozi (il testimone chiave della videnda giudiziaria) che avrebbero, anni dopo il fatto, raccolto le confidenze di quest’ultimo sul fatto di aver dichiarato il falso".

I giudici, secodo la corte di legittimità, hanno motivato "circa l’attendibilità delle dichiarazioni del Gozi, evidenziando le molteplici occasioni nelle quali esse sono state rese, anche nel contraddittorio tra le parti, e solo dopo che lo stesso era stato rassicurato di non essere coinvolto nell’indagine; ha ricordato il riscontro alle stesse, rappresentato dalle dichiarazioni della moglie". E, scrive ancora la Cassazione riguardo la decisione dei giudici chiamati a decidere sulla richiesta di revisione: "Ha espresso, poi, un motivato giudizio di inattendibilità delle dichiarazioni dei detenuti – si legge –: l’uno, pur amico di infanzia del Logli, avrebbe deciso di parlare solo tre anni dopo aver ricevuto le confidenze del Gozi; l’altro si sarebbe determinato a riferire quel che sapeva da tempo, solo a seguito della visione di un programma televisivo". Gli ermellini ricordano anche quello che emerge dalla sentenza della Cassazione che nel 2019 ha dichiarato inammissibile il ricorso del Logli nei confronti della sentenza che aveva confermato la condanna inflittagli: "i giudici hanno ritenuto provata una ricostruzione del fatto che vedeva il Logli, a tarda sera, attendere a bordo di una Ford Escort la moglie, che stava scappando - in pigiama - dalla comune abitazione; visto e riconosciuto dal passante Gozi, il Logli decise dunque di tornare a casa, cambiare autovettura (prendendo quella della moglie) e tornare sul posto dell’agguato, dove effettivamente incontrò la donna e la introdusse a forza nell’autovettura, dopo un’accesa discussione (vista ancora una volta, a distanza, dal Gozi). Infine la Cassazione chiarisce anche: "Nel corpo della motivazione non vi è un solo riferimento a qualsivoglia documento o persino osservazione critica proveniente dalla difesa delle parti civili".

"Nè il ricorso offre alcun appiglio utile a dimostrare qualsivoglia pregiudizio – si legge nel passaggio in cui vengono analizzate al riguardo le doglianze della difesa del Logli – derivato concretamente alla difesa dalla partecipazione delle parti civili all’udienza nella quale è stata trattata l’istanza di revisione". Da qui la condanna per Logli alla rifusione delle spese di rappresentanza e difesa sostenute dalle parti civili. Logli resta colpevole e in carcere, condannato come il responsabile della morte della moglie. E lei, invece, Roberta Ragusa, resta il fantasma di Gello, la mamma uccisa e fatta sparire per sempre.