Lo scontro sulla base. Bani lascia la direzione Pd e difende il progetto: "Un bene per il Parco"

Il presidente annuncia le dimissioni dall’organismo territoriale del partito con una lettera, dopo accuse più o meno dirette dal segretario. Ferrante, dai circoli, dalla senatrice Zambito e dalla lista di Martinelli.

Lo scontro sulla base. Bani lascia la direzione Pd e difende il progetto: "Un bene per il Parco"

Lo scontro sulla base. Bani lascia la direzione Pd e difende il progetto: "Un bene per il Parco"

Tra i principali destinatari delle saette della sinistra versiliese e pisana c’è, fin dal suo insediamento, il presidente del Parco Lorenzo Bani, ora finito nel mirino (insieme al governatore Eugenio Giani) con gli attacchi arrivatigli dal segretario dell’unione comunale Andrea Ferrante, del segretario dei giovani dem Bruni e della lista civica La città delle persone, con Paolo Martinelli che del centrosinistra unito era stato candidato sindaco alle amministrative del maggio scorso. Ma Bani, a quanto pare, s’è stufato di fare da parafulmine per i compagni di partito pisani, che lo stanno mettendo sulla graticola per il progetto della base militare, alias il centro di addestramento dei carabinieri all’ex Cisam di San Piero a Grado, nell’area protetta.

Al punto che lo stesso Bani avrebbe inviato una lettera di dimissioni da componente della direzione comunale del Pd pisano: ma non si sa se sono state accettate o respinte. Intanto però il presidente del Parco continua a difendere il progetto, che ha giàù ottenuto il via libera (con firma anche del presidente della Provincia di Pisa e sindaco di Vecchiano, Massimiliano Angori) approvato al tavolo interministeriale a Roma appena lo scorso 6 settembre. Bani a giorni andrà a Massarosa a spiegare alla coalizione di Simona Barsotti il reale contenuto del progetto e la sua bontà, secondo lui, nell’ottica della tutela ambiente: "I militari metteranno 12.500 nuovi alberi. Bonificheranno l’ex reattore nucleare. – sono i ‘punti di forza’ dell’operazione secondo Bani – inoltre non ci sarà nessun consumo di suolo né aumento volumetrico". "Il governo – sostiene ancora il presidente – avrebbe potuto imporre la base con le leggi sulle priorità di sicurezza nazionale e militare, ma è venuto al confronto". E poi fa una considerazione importante, almeno per i tempi di realizzazione: "L’opera sarà finanziata con fondi ordinari del ministero della difesa e dei lavori pubblici. Non si tratta di fondi Pnrr, né soldi che si potevano spendere per i poveri. Però in questa legge di bilancio non ci sono soldi, quindi lo Stato finanzierà tutto con la la legge di equilibrio del 2024. Il che significa che i lavori inizieranno nel 2025".

Probabilmente queste parole non rassereneranno il popolo della sinistra, che stenta a capire perché, prima di non andare alla Comunità del Parco, gli esponenti Pd di Pisa hanno approvato l’intesa al tavolo interministeriale di Pisa: il voto che realmente ha dato il via alla caserma, visto che il successivo passaggio alla Comunità del Parco sarebbe stato un parere non vincolante. Il piano approvato dai Dem (e poi "rinnegato", come dice la sindaca massarosese Barsotti) prevede alloggi dei corpi d’élite dei carabinieri e strutture leggere nel Parco, e autodromo di addestramento a Pontedera. Ancora, a Pisa verrebbero recuperate la Stazione Marconi, le stalle del Buontalenti e la villa medicea di Coltano. Tutte cose che i Dem hanno approvato a Roma, salvo poi cercare di salvarsi l’anima con la successiva farsa pisana.

b.n.