
"Apriti Sesamo": oggi pomeriggio, dalle 17 in poi, nello spazio di fronte alla sede centrale della scuola Fucini (in via Antoni) docenti e alunni faranno lezione in presenza, in esterna. Come spiegano i firmatari dell’iniziativa anti-dad- Lucia Mariotti, Carola Pagani, Maria Giovanna Vitale, Sara Luperini, Francesca Dinucci, Stefania Cateni, Susanna Riparbelli, Susanna Masoni, Arianna Paoli, Teresa Milone, Simona Laficara, Maria Grazia Mantuano, Michele Girlanda - "da più di un anno la scuola in Italia è negata. Non è stata presa alcuna decisione né durante quest’anno né per il prossimo anno in grado di incidere strutturalmente sulla capacità della scuola di rimanere aperta in sicurezza. Non parliamo di soluzioni considerate come stravaganti, come quella dell’outdoor education, piuttosto di interventi quali la riduzione del numero di alunni per classe, investimenti sugli spazi, reclutamento di personale docente e non docente per garantire la gestione delle classi in sicurezza". "Non ci sono motivi epidemiologici alla base della scelta di consentire, nelle zone rosse, la frequenza sino alla prima media – dicono- La scuola in presenza è garantita ai bambini che non possono stare a casa da soli, non agli altri, il che ci restituisce la visione della scuola come parcheggio. Il ruolo dell’insegnante è ridotto ad asettico veicolo di informazioni nozionistiche, laddove non è più necessario per l’accudimento. Per opporre il nostro rifiuto a questa politica scellerata ci mettiamo in gioco con i nostri corpi e la nostra capacità di creare relazioni vere. Proponiamo un pomeriggio di lezioni in presenza all’aperto, tenute da docenti, alunni, genitori, interventi liberi sui temi che ci entusiasmano e con le modalità che ci sono più congeniali: la lettura di una poesia, la spiegazione di una legge fisica, un gioco in lingua straniera, la creazione di un’opera d’arte, una sessione di body percussion. Vogliamo dimostrare - concludono i promotori - che altri modi di fare scuola esistono e che insieme possiamo uscire più forti da questa esperienza che ci sta facendo chiudere pericolosamente in noi stessi".