"Le teorie cospirative?. Così difficili da sradicare"

Sant’Anna, il corso del professor Marco Solinas: "Per capire queste realtà"

Torna la seconda edizione di ‘Political Conspiracy Theories’, la scuola estiva dedicata agli usi politici del cospirazionismo. Le lezioni, in programma a Pisa alla Scuola Sant’Anna dall’1 al 5 luglio, puntano ad analizzare e sfatare le teorie del complottola cui potenza, come spiega il coordinatore del corso estivo, professore Marco Solinas, "è essere credute".

Professore, queste teorie per essere credute devono avere una base solida.

"La loro solidità è relativa: si ancorano solitamente a credenze e talvolta a stereotipi consolidati nel tempo. Un esempio è la teoria falsa della grande cospirazione ebraica, uno dei modelli del cospirazionismo contemporaneo. Il principale testo in merito, ‘I Protocolli dei Savi di Sion’, è un falso, plagiato e creato a tavolino che, facendo leva su pregiudizi antisemiti, ha poi contribuito ad esasperare l’odio antiebraico dei nazionalsocialisti.”

L’obiettivo delle tesi qual è?

"Fin dalla Rivoluzione Francese, le teorie politiche cospirative demonizzano l’avversario politico. Oggi uno dei loro temi principali è l’immigrazione: basti pensare a Trump, ‘eroe’ del cospirazionismo contemporaneo, che accusa i democratici di favorire l’immigrazione clandestina per ottenere voti illegali e falsare le elezioni. Oppure il “piano Kalergi”, idea di un neonazista austriaco, secondo cui saremmo vittime di un piano volto a distruggere le nostre “etnie” per sostituzione. O le teorie che negavano l’esistenza del Covid e che negano il cambiamento climatico".

Fa esempi di teorie che sono poco verosimili, eppure hanno molta presa sulle persone.

"Perché la verosimiglianza è relativa. Un esempio al rovescio: quando ci fu la strage di Ustica, non sapevamo che - come detto recentemente da Giuliano Amato - fosse un incidente causato dall’aviazione francese per colpire un MiG libico. In quel caso le teorie ‘cospirative’ erano vere, ma sono state screditate per decenni in quanto inverosimili e osteggiate da chi voleva tenere segreta la dinamica".

E la discussione di queste tesi non può essere un modo per fermarle?

"Complicato: è come se ogni argomentazione rimbalzasse contro un muro di gomma. La logica che le innerva è riconducibile a una forma di ‘degenerazione della semiosi ermetica’, nel senso di Umberto Eco: vengono bypassati i criteri della logica classica. Una forma di pensiero ‘magico’".

Evitarle o sradicarle?

"Difficilissimo. In alcuni casi impossibile. I cospirazionisti entrano nella cosiddetta ‘tana del Bianconiglio’: più si addentrano e più adottano nuove teorie cospirative, entrano in ‘bolle’ mediatiche impermeabili e sempre più estese".

Provocazione: allora il suo corso a cosa serve?

"Noi cerchiamo di analizzare i vari piani coinvolti - quindi di psicologia, sociologia, filosofia, storia, scienza e teoria politica - per capire come funzionano le teorie cospirative e i meccanismi con cui vengono costruite queste narrazioni. Un lavoro scientifico corale e interdisciplinare per decodificare e comprendere questo mondo, così da depotenziarlo, anche e soprattutto in termini di ‘prevenzione’ e ‘immunizzazione’".

M.F.