
di Saverio Bargagna
MIGLIARINO (Vecchiano)
Quando la cucina sforna polpette suor Nieves Carrion bussa alla porta degli ex alunni più golosi: "Appena fatte", scuote il sacchetto. E’ il dono "per i miei figli. Molti di loro oggi sono adulti e i loro piccoli frequentano la nostra scuola. Ma per me restano sempre ‘i miei bambini’". E’ una storia d’amore lunga 25 anni quella fra il paese di Migliarino e le suore francescane missionarie dell’Immacolata.
E dire che tutto ebbe inizio con una preghiera e un ‘ratto’. "Quando nel 1997 – racconta Antonella Bianchini, da sempre nel personale dell’istituto Duchi Salviati – le suore vincenziane dovettero ritirarsi per mancanza di vocazioni religiose, la scuola era condannata alla chiusura. Paese e vescovo si mobilitarono, ma 30 ordini religiosi ci chiusero le porte. Poi, un giorno, venni a sapere di questa congregazione fondata in Ecuador. Fra le mani ebbi un santino della fondatrice e lo pregai per 30 giorni. Poi raccontai di questa opportunità". "Partimmo per Compignano – ricorda Daniele Vannozzi, presidente del consiglio di istituto della scuola all’epoca) nonché attuale volontario – dove queste suore risiedevano. Sapevamo che in Umbria non avrebbero gradito il nostro ‘ratto’. Ma, noi volevamo salvare la scuola paritaria".
Oggi l’istituto Duchi Salviati conta 180 bambini fra asilo, materne ed elementari. Le suore sono tre, è laico il corpo docenti e il personale. "Non dimenticherò mai, in una delle mie prime visite in veste di sindaco – ricorda il primo cittadino di Vecchiano, Massimiliano Angori – la tenerezza di suor Nieves. Mi disse che, durante l’inserimento, i bambini piangono per il distacco dai genitori e allora lei li accompagna nell’orto per far ammirare il gallo e le galline. Questa immagine racconta il loro tenero ‘prendersi cura’".
Che si rinnova ogni giorno e che ieri è stato celebrato con una Messa con l’arcivescovo Benotto e una serata al teatro Olimpia dove è stato presentato anche il libro "25 anni insieme".