Le periferie Investire su casa e lavoro

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PISA

"Questa è la storia di un uomo che cade da un palazzo di 50 piani. Mano a mano che cadendo passa da un piano all’altro, il tizio per farsi coraggio si ripete: "Fino a qui tutto bene, fino a qui tutto bene, fino a qui tutto bene. Il problema non è la caduta. Ma l’atterraggio". Sono passati 27 anni dal film cult ‘La Haine’, Dottoressa Sonia Paone (associata di Sociologia dell’Ambiente e del Territorio dell’Università di Pisa), dopo i recenti casi di cronaca, siamo in caduta libera?

"In un certo senso la pandemia ha esacerbato le condizioni di vita nelle periferie con il depauperamento delle fasce più fragili e un aumento delle situazioni di disagio".

Si può parlare di un graduale abbandono dei sobborghi? "Nel corso degli anni, sono stati favoriti interventi nelle città che però hanno riguardato altre aree, a svantaggio di zone ai margini del tessuto cittadino che si sono ripiegate su se stesse". Quindi cosa fare?

"Le migliorie estetiche influiscono in misura minore in questi contesti rispetto a solide e durature politiche sociali. La questione della casa è rimasta nell’angolo per troppo tempo, oggi serve un cambio di rotta con politiche abitative, contro l’abbandono scolastico e sul lavoro".

Si parla sempre di più di un "conflitto tra poveri", come si sana questo fenomeno?

"La depoliticizzazione delle periferie ha provocato micro-conflittualità legate ad una "guerra" intestina. Intervenire con la creazione di spazi di socializzazione e servizi primari è un primo passo, da accompagnare a un’operazione di ricucitura (piano di mobilità) centro-periferia e viceversa". Ilaria Vallerini