Se il traguardo dei 3 mila trapianti, abbondantemente superato, è già di per sé un record (3030 per la precisione dal 1996 a oggi), i numeri del 2024 del centro trapianti di fegato segnalano un trend in ulteriore crescita: dall’inizio dell’anno ne sono stati infatti già eseguiti 114. Ma la fredda statistica rivela anche l’efficacia degli interventi portati a termine: la sopravvivenza dei pazienti a un anno dal trapianto è del 96% e in anni recenti il centro pisano è stato il primo in Italia per volume nel 2018, 2019 e 2022 e si conferma stabilmente tra i primi cinque centri europei. "Dal 1996 - sottolinea Davide Ghinolfi, direttore facente funzioni del centro - abbiamo valutato circa 5600 potenziali donatori d’organo, effettuando circa 220 prelievi all’anno per un totale annuo di oltre 50 mila chilometri su strada percorsi dalle nostre equipe per le procedure di prelievo negli ospedali sede di donazione. Siamo per volume, quindi, il primo centro italiano e dal 1996 abbiamo valutato 17749 pazienti". Eccoli qui i protagonisti di questo miracolo: i chirurghi sono Davide Ghinolfi, Emanuele Balzano, Gabriele Catalano, Giovanni Tincani, Daniele Pezzati, Jessica Bronzoni, Caterina Martinelli, Simona Palladino, Arianna Trizzino, Lorenzo Petagna, affiancati dalle epatologhe Paola Carrai (responsabile della Rete Regionale Trapianti) e Stefania Petruccelli con una trentina di infermieri coordinati da Elisa Giannessi, tre Oss e tre amministrativi coordinati da Anna Maida.
Di loro e molti altri si parlerà al grande festa del teatro Verdi il 20 settembre dove, tra gli altri, interverrà anche il premio Nobel della medicina Craig Mello, ma si celebrerà l’evento anche in termini scientifici con un’intera giornata il 21 settembre alla Camera di commercio alla quale parteciperanno decine di esperti e il giorno prima in Aoup con un corso professionale, "La gestione endoscopica delle complicanze biliari nel trapianto di fegato" di cui è responsabile scientifico Emanuele Marciano, presidente della Società Italiana di Endoscopia Chirurgica e direttore dell’Endoscopia digestiva dell’Aoup.
I numeri dicono tanto, ma non tutto perché dietro al centro pisano ci sono soprattutto storie di persone: di donatori e di riceventi, di professionisti e di volontari. Centinaia di uomini e donne che hanno scelto di dedicare la loro vita agli altri. "Lo raccontiamo bene nel libro che abbiamo scelto di pubblicare - spiega Gloria Chiarini dell’associazione Vite - perché sono le storie di chi ha sofferto e ha visto la morte da vicino, storie di persone che per scelta loro o dei congiunti hanno dato l’opportunità ad altri che non conoscevano di salvarsi, e storie di operatori della salute che hanno dedicato la loro vita ai trapianti, trasformando la morte di qualcuno nella vita per altri".
Ecco perché il centro trapianti di fegato è un luogo del cuore di tanti. Ma dietro a questo c’è la scienza e la ricerca. "Qui ci sono testimoni - ha spiegato Emanuele Neri, preside della scuola di medicina dell’università di Pisa - di una professione indispensabile che però fatica a fare proseliti: la chirurgia vede nascere sempre meno professionisti perché tanti specializzandi scelgono seguendo sempre di più le ragioni economiche".