"Le equilibriste" , mamme sul palco

Stasera lo spettacolo benefico per aiutare "Eppursimuove"

"Le equilibriste" è il titolo dello spettacolo che stasera alle 21 andrà in scena al Teatro Nuovo nell’ambito del festival del teatro inclusivo promosso proprio dal Teatro Nuovo di Pisa con il patrocinio del Comune. L’ingresso è a offerta libera e il ricavato sosterrà Eppursimuove, l’associazione presieduta dalla neuropsichiatra infantile Stefania Bargagna e costituita nel 2016, che svolge attività ludico-motorie per ragazzi con disabilità anche gravissima (e le loro famiglie) e che supporta le istituzioni scolastiche con progetti di integrazione. Lo spettacolo, con la regia di Letizia Pardi, è un fantasmagorico viaggio tra complicati equilibri quotidiani e in scena ci sono 9 attrici che recitano se stesse, con acuta ironia e con una potenza narrativa che arriva direttamente dalla loro testa e dal loro cuore. Sono le mamme di ragazzi con disabilità gravi che ogni giorno affrontano la vita. Sì la vita. Si ride e si riflette in questo spettacolo, unico nel suo genere. Non c’è ricerca di compassione, ma la volontà di far capire a tutti quanto la vita di queste mamme, ma soprattutto di queste donne, è certamente complicata ma anche piena d’amore. Peripezie quotidiane, stereotipi da combattere, riti e fatiche giornalieri che rendono l’esistenza di queste famiglie decisamente unica e irripetibile. Diversa da quella delle altre mamme, donne e attrici protagoniste dello spettacolo. Una diversa dall’altra eppure simili. Sul palco del Teatro Nuovo scorrerà la vita di ogni giorno, raccontata con ironia, passione e perfino qualche accento politicamente scorretto perché Eppursimuove ha scelto di mettere insieme una specie di reality, un viaggio nel quotidiano che intende toccare il cuore di chi guarda senza risultare buonisti, anzi.

L’intento è quello di far capire che le difficoltà, le asperità che dalla mattina alla notte ogni giorno devono essere superate, fanno parte della dimensione di queste famiglie e di questi ragazzi e che, per questo, hanno bisogno non solo della necessaria e doverosa solidarietà di tutti, ma anche dell’attenzione di medici e istituzioni. Perché il percorso è in salita, ma le loro storie non sono solo casistiche, diagnosi o un Iban dove inviare le donazioni, ma vite piene, compiute, da conoscere, rispettare e, quindi, anche da vedere.

Gab. Mas.