REDAZIONE PISA

Le creazioni di Luli Piacentini, esplosione di colori a ‘Manufatto Cacao’

Ghiotta occasione per ammirare i dipinti del 92ennea olimpionico di hockey e artista, nel tempio del cioccolato De Bondt

Sono passati due anni e mezzo dall’ultima sortita artistica di Luli Piacentini, il pisano che nel ‘52 partecipò alle Olimpiadi di Helsinki con la squadra italiana di hockey su prato. La location della sua mostra è la stessa, "Manufatto Cacao", il quartier generale di Cecilia Jacobelli e Paul de Bondt in via Andrea Pisano 95, un concentrato di ghiotte offerte: cioccolato, ovviamente (da 30 anni al top nazionale) ma anche 150 tipologie di thè, 80 di tisana, e poi caffè, biscotteria, marmellate e tutto ciò che la gola può chiedere, il tutto incastonato in una ricca oggettistica riconducibile a questi elementi. Non poteva esserci ambiente più fantastico e raffinato per esporre la produzione artistica di Luli Piacentini, una cinquantina di opere che non è corretto definire pitture ma che è più giusto chiamare "creazioni". Diceva Calvino. "La fantasia ti piove addosso, è un dono non un merito". E Luli Piacentini è stato letteralmente sommerso da questa fantasia. Dopo qualche anno di lavoro le sue creazioni sono oggi in ogni angolo del mondo: da New York a Ginevra. Si è detto che l’autore non pittura ma crea, utilizzando ogni tipo di materiale gli suggerisca di poter essere manipolato per creare immagini ed emozioni. Il risultato sono piccoli, autentici capolavori che è perfino impossibile recensire. Fra i presenti, Gigetta Dalli Regoli, storica dell’arte di chiara fama, commenta: "Le opere di Luli Piacentini sono un’esplosione di fantasia che trova lo spunto dalla memoria e spesso anche dalla cronaca". Non è pittura, dunque. Ogni opera è creata con materiale particolare ma l’impressione finale è sempre una: una forma di arte. Resta difficile definire quale sia stato il processo creativo che ha portato Piacentini a "inventarsi" un’opera sempre diversa dall’altra, così ricca di colori e di materiali nella quale ognuno può leggere un messaggio particolare". C’è un singolarissimo quadro (ma tutti, ripetiamo, sono molto singolari) nel quale la raffigurazione della regina Elisabetta è proposta in 42 pose diverse con una costruzione che denuncia una tecnica di grande raffinatezza. Ai visitatori che si fermano ad ammirare la mostra è fatto dono di una copia de "I falsi di Luli", una riproduzione in misura ridotta di un pittore classico, sia esso Picasso, o Carrà, o Kandinsky, o Viviani. Un dono molto apprezzato: artistico, naturalmente.

Renzo Castelli