
Una giornata per non dimenticare i bambini di San Giovanni alla Vena e Vicopisano che persero la vita, alla fine della seconda guerra mondiale, dopo aver trovato ordigni bellici inesplosi, organizzata dall’associazione "Non c’è futuro senza memoria", grazie alla quale il ricordo di questi fatti è stato restituito alla comunità intera. "Le guerre sembrano non insegnarci niente, neanche il valore della vita", ha detto don Paolo Manzin, parroco di San Giovanni alla Vena, prima di benedire "Il Cubo", un monumento a forma di cubo di Rubik, con due ragazzi in acciao corten seduti sopra, realizzato in memoria di Rodolfo Valentino Batoni, Enzo Corsi, Gianfranco Di Lupo, Roberto Bernardini, Vittorio Mori e Riccardo Rielli. "Il Cubo è un monumento simbolico – ha ricordato la presidente dell’associazione, Margherita Giani – pieno di colori, ideato da bambini e ragazzi. Ricorda le tragedie di tutte le guerre, in particolare i bambini vittime di guerra in tempo di pace". La giornata dedicata alla memoria è iniziata alla Fonte del Cispa sul Monte Pisano, dov’è la lapide di Vittorio, morto a 10 anni nel 1948 per aver toccato una bomba inesplosa. E’ stato Arnaldo Tonelli a raccontare la sua storia, erano insieme, lui fu colpito da una scheggia che lo ferisce ancora, insieme al ricordo. Ed è poi continuata alla Fonte di Cevoli dove invece perse la vita Riccardo, a 9 anni, giocando a calcio con una bomba. A rappresentare l’Amministrazione c’era l’assessora Fabiola Franchi. Nel pomeriggio la cerimonia si è spostata proprio in Via dei Due Ponti davanti al Cubo, per continuare ad ascoltare le testimonianze. Per la prima volta ha voluto condividere la sua Antonio Guerrucci: "Ero con Rodolfo, Enzo, Gianfranco e Roberto, quel 27 maggio del 1951, prendemmo insieme quella bomba, mi salvai perché mia nonna mi chiamò a mangiare le ciliegie. Non eravamo ancora arrivati a casa quando sentimmo l’esplosione, piansi per giorni interi".