"Le 1200 pecore massesi? Vadano a pascolare a sud di Ospedaletto"

Cartello di associazioni ambientaliste sul caso dell’allevatore, cui è stato negato l’utilizzo della Tenuta: "Un ricatto di Coldiretti".

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Pascolino a sud di Ospedaletto. Questa è la soluzione indicata da un cartello di associazioni e movimenti ambientalisti (Amici della Terra Versilia, Fridays For Future, Extintion Rebellion, Italia Nostra, Legambiente Versilia, LIPU, WWF Alta Toscana) per le 1200 pecore massesi, a rischio estinzione, che in mancanza di pascoli adeguati sono destinate al macello. Il caso, reso noto da La Nazione, fa discutere e vede in prima linea Coldiretti che ha chiesto al Parco di San Rossore i pascoli della Tenuta. Ma il Parco ha detto no. Movimenti e associazioni ambientaliste si inseriscono quindi nel dibattito che vede al centro proprio il Parco di San Rossore.

"Bene ha fatto – scrivono – il presidente a tutelare l’azienda agricola biologica di San Rossore. Tanto più che il ricatto di Coldiretti appare incomprensibile, dato che questa associazione da sempre collabora col Parco ottenendone indubbi vantaggi, come il bando regionale del PIT che ha permesso ai Comuni, ai Consorzi di Bonifica e agli agricoltori del territorio pisano di usufruire di 3 milioni di euro. Il sindaco Conti, da ex direttore del Consorzio Agrario, ne dovrebbe essere a conoscenza. Così come dovrebbe essere a conoscenza del fatto che, malgrado decenni di frammentazione e consumo di suolo selvaggio, nella Piana Pisana esistono ancora delle aree erbose, come i campi a sud di Ospedaletto dove, peraltro, vige l’assurda previsione di ulteriore edificazione a fronte di costruzioni inutilizzate e abbandonate da anni". Conti viene tirato in ballo dopo le sue dichiarazioni relative al rapporto fra Comune, Parco e la sua selva di vincoli. "Forse – scrivono gli ambientalisti - gli sfugge che grazie a questi ‘vincoli’, irrisi da Conti e dall’assessore Dringoli, i cittadini possono ancora godere di un polmone verde ricco di biodiversità, dalle dune costiere ai boschi, capace di fornire aria pulita, riserve di acqua di buona qualità, svago, paesaggio, tradizioni e cultura. Perfino di mitigare il clima a livello locale".

"Tutt’altro che un corpo estraneo – spiegano ancora -, il Parco è amato da tutti coloro che ne godono i benefici, gratuitamente, frequentando, non solo la Tenuta di San Rossore, ma anche quelle di Tombolo, Coltano, Migliarino, Macchia Lucchese. Zone la cui porte resteranno ‘aperte’ fino a quanto non saranno trasformate in proprietà immobiliari private". E propongono: "che nel nuovo Piano Integrato il Parco si conservi così com’è senza ridurne la superficie. Prevedendo anzi la ricostruzione di cordoni dunali, il rimboschimento di aree degradate, la creazione di corridoi ecologici. Aumentando la qualità del territorio a favore di residenti e turisti sempre più alla ricerca di spazi naturali. Un turismo "responsabile" e "consapevole" capace di promuovere le attività che rafforzano e non distruggono l’identità del territorio rispettandone le risorse".

e.m.