REDAZIONE PISA

La storica pasticceria finisce sotto sfratto Mobilitazione dei clienti per salvare ‘Frangioni’

Finita locazione, la proprietaria vuol vendere il fondo. Parla la titolare Daniela

La storica pasticceria finisce sotto sfratto Mobilitazione dei clienti per salvare ‘Frangioni’

Il profumo della pasticceria Frangioni, è in odore di sfratto. Continuiamo così: a farci del male, a perdere pezzi di storia, di tradizione, di comunità. Daniela Salvini, moglie del compianto maestro pasticciere Giancarlo Frangioni, racconta: "A metà luglio devo lasciare la pasticceria. La proprietà non mi rinnova il contratto; vuole vendere". E quindi che fare? Anche perché, senza entrare nel dettaglio, Salvini ha fatto già diverse contro proposte. "Un appello. Un appello alla proprietà – dice Salvini -, un accordo si può trovare o non c’è più tempo? Un appello poi, lo rivolgo alla comunità, a quanti hanno conosciuto ed apprezzato Giancarlo ed il lavoro che porto avanti da una vita". Sì perché è proprio da una vita che la pasticceria è lì ed è stata l’animatrice di quel lembo di via San Francesco che è stata ribattezzata "La vie en rose". Meno di venti giorni fa, Confcommercio con il direttore Federico Pieragnoli e con il sindaco Michele Conti hanno consegnato una targa di riconoscimento per i 45 anni di attività all’insegna della qualità.

Daniela Salvini parla con semplicità, senza dietrologie, e dopo aver apparecchiato tutte le sue proposte sul vassoio, dice: "Ho fatto diverse proposte. Non so cosa altro aggiungere, non ho molto altro. Purtroppo veniamo da momenti difficili, dalle chiusure per il covid. Ho sempre pagato e ho comprato casa sopra la pasticceria dalla stessa proprietaria". L’appello è dunque a sedersi ad un tavolo e vedere se si trovano ancora margini di trattativa. Intanto, si muovono i social e una cliente di Frangioni scrive: "La pasticceria è un ambiente pieno di dolcezza umana, tra una chiacchiera e l’altra, leggendo il giornale o gustando un caffè in una via tipica del nostro centro storico. Non c’è motivo per rinunciare a tutto questo". E ancora: "Chiudere la pasticceria sarebbe un delitto sociale. Vogliamo trovare insieme una soluzione. Occorre il sostegno di tutti, questa pasticceria è un luogo non solo commerciale ma anche sociale, di saluti, di identificazione. E ne abbiamo tutti bisogno".

I commenti si susseguono: "Frangioni non può chiudere, non deve chiudere! Viva Giancarlo e Daniela e tutti quelli che hanno lavorato e lavorano con loro!". Eccone poi un altro: "La pasticceria Frangioni? Un mito, una bontà ineguagliabile, desideriamo che resti per sempre il nostro riferimento per un incontro in compagnia dei suoi buoni dolci". In effetti non c’è pisano che voglia definirsi tale che non abbia dovuto fare i conti con quella pasticceria anche soltanto per rispondere alla domanda "ma perché è così famosa?", per poi trovare una risposta semplice, e cioè "perché è buona". Il fumettista Tuono Pettinato in occasione dei 40 anni di Frangioni, scrisse "Make Pisa sweeter since 1978", ossia, "F fa Rende Pisa più dolce dal 1978". Ciò significa che quello non è un esercizio commerciale tout court, è un luogo, un luogo del cuore del quartiere, e Salvini si è spesa molto anche per la chiesa di San Francesco con raccolte di firme per il restauro. L’appello dunque non giunga inascoltato.

Carlo Venturini