
Marta Ciafaloni, architetto, vicepresidente Ordine Pisa
Pisa, 30 ottobre 2019 - Dagli Arsenali Repubblicani, il luogo simbolo della “rigenerazione urbana” nella città di Pisa, l’Ordine degli Architetti, Paesaggisti, Pianificatori della provincia lancia un messaggio inequivocabile agli amministratori pubblici e alla cittadinanza sulla urgente necessità di rigenerare le nostre città. A conclusione della “3 Giorni in Ordine” - oggi la giornata finale - che ha portato in città progettisti nazionali e internazionali con le loro esperienze, idee e riflessioni, gli architetti pisani rivendicano ancora una volta il loro ruolo di interlocutori delle istituzioni nella progettazione di città vivibili, sostenibili, intelligenti e la cui cifra è la qualità della vita.
“Quando si pensa ordinariamente agli architetti – spiega la vicepresidente dell’Ordine, Marta Ciafaloni -, si pensa al ‘bello’, un bello un po’ superfluo, creativo, originale se non stravagante. Ma il bello, in architettura, è la capacità di offrire servizi, funzioni, collegamenti, spazi, prospettive, emozioni; è la capacità di offrire una alta qualità della vita in una dimensione estetica di armonia”. “La città bella sa essere accogliente – prosegue -, inclusiva e misteriosa; si fa scoprire lentamente facendoci entrare nella vita di chi la abita e condividere i servizi che l’abitante usa. Ed è prima pensata per chi la abita: quindi sa accogliere chi la vive. Trasmette la propria cultura identitaria e, condividendola, contribuisce a creare nuove identità in coloro che sono accolti”. “Una città degradata, trascurata, inadeguata sul piano infrastrutturale e sociale – prosegue l’architetto Ciafaloni – è inospitale, respingente. Perché la politica sia vincente, oggi, non può che porre l’individuo al centro dei propri programmi, con le sue esigenze primarie: salute del corpo, della mente, cultura. Ma i tempi del consenso politico non coincidono con la necessità di una visione programmata a medio e lungo termine”. E infine: “Rigenerare – conclude la vicepresidente dell’Ordine degli Architetti – vuol dire integrare tra loro vari tipi di azioni sulle singole parti indebolite della città, rinnovare le componenti fisiche e potenziare le infrastrutture insieme al tessuto economico e sociale; con grande attenzione alle tecnologie avanzate che possano proiettare la città nel futuro e contribuire a rendere efficaci le strategie”.
“Pisa ha bisogno di essere rigenerata”, lo ha detto anche l’assessore all’Urbanistica e alla Mobilità del Comune di Pisa, Massimo Dringoli, intervenuto ieri all’apertura del secondo dei Tre giorni in Ordine: “Un caso puntuale, nel centro storico, di necessari interventi di rigenerazione urbana è rappresentato dalla Mattonaia. Un caso sul quale ancora non è stata trovata una soluzione al pari di un altro caso, quello del complesso scolastico Concetto Marchesi”. Fra i casi citati da Dringoli anche il Santa Chiara, le Caserme, gli edifici universitari in via San Zeno. “Ma la città da rigenerare – secondo Dringoli – non è solo quella in cui appare più evidente l’esigenza del cambiamento. Dovrebbe invece riguardare quelle parti di città realizzate in passato in quartieri di case popolari come Sant’Ermete e San Giusto, e oggi in quelli nuovi di Pisanova e Cisanello, sviluppatisi senza un progetto unitario e senza attenzione per la qualità né architettonica, né urbana, privi di luoghi di coesione sociale, carenti di infrastrutture e di spazi pubblici adeguati. Si tratterà di una rigenerazione che comporterà anche demolizioni, sempre integrazioni, ma con una rinnovata attenzione alla cura dell’ambiente, al risparmio energetico, alla vita che si deve svolgere”. “Pisa – ha concluso Dringoli – deve tornare a essere una città in cui si tornano a vedere le piazze, oggi del tutto scomparse, veri parchi pubblici, luoghi cioè dove ritrovare il piacere di incontrarsi, sostare o camminare a contatto col verde, lontani dal traffico. È questa la sfida che ci attende”.
Esperienze di rigenerazione urbana al centro anche oggi, nell’ultimo dei tre giorni con l’architetto Salvatore Re, il sociologo urbano Adriano Cancellieri, Paolo Santi (CNR e MIT Senseable City Lab Research – Carlo Ratti), Valeria Guerrisi (Warehouse of Architecture and Research), Roberto Bolici (Politecnico di Milano) Matteo Gambaro (Politecnico di Milano), Alfonso Femia (fondatore Ateliers Femia). La 3 Giorni si concluderà con una sessione dedicata alla deontologia con i contributi di vari professionisti: Carlo Pagliai, Fabio Squassoni, Albertino Linciano, Gianpietro Dalli, Fabrizio Giuliano, Chiara Frangione.