REDAZIONE PISA

La scomparsa di Mario Prosperini Un’intera vita nel commercio

Aveva 86 anni. E’ il fondatore del rinomato negozio di vini e liquori sul lungarno. Le esequie domani alle 16

Addio a Mario Prosperini, personaggio storico della Pisa di una volta, quella a tinte seppia delle vetrine e dei negozi che sapevano di signorilità e che a ricordarla viene nostalgia. Aveva 86 anni ed è scomparso ieri, in seguito all’aggravamento delle sue condizioni di salute. Aveva 12 anni quando iniziò a lavorare come addetto ai caffè, nel bar del padre, a Orvieto. Intorno agli anni 50, Prosperini viene in Toscana, con la famiglia, a Larderello, dove, nei momenti di vacanza dalla scuola, aiutava i genitori nella gestione di un albergo. Aveva frequentato il liceo classico a Pisa ma dopo due anni nella facoltà di Biologia, lasciò gli studi. La famiglia, frattanto, aveva rilevato a Marina la storica pasticceria Bagnolesi. Un grossista livornese propose a lui e al fratello Franco di gestire il punto vendita pisano di una grande catena che si stava espandendo in Italia, così in città apparvero i primi due negozi con l’insegna O.V.A.C. (Organizzazione Vendita Al Consumo): uno davanti alla torre del Campano, al mercato, e l’altro sul lungarno Mediceo, accanto allo storico caffè Pietromani, allora gestito dai fratelli Bosi. Entrambi i negozi vendevano generi alimentari, leggermente più orientati verso la bottiglieria; Mario aveva 22 anni appena, e la passione per il commercio era appena sbocciata. Lasciata la catena O.V.A.C. i due fratelli Prosperini si misero in proprio, e l’attività divenne la Prosperini s.n.c, con due sedi, una sul Lungarno Mediceo e l’altra al Ponte della Fortezza, il solo rimasto oggi, dove dietro la scaffalatura dei vini toscani, si trova un tratto della cinta medievale delle mura pisane. Nel 1985 circa la conduzione del negozio, ancora oggi attivo, rimane a Mario, che si specializza in vini, liquori e dolciumi.

Fra gli aneddoti che amava raccontare c’è l’acquisto fatto da una signora non più giovane che aveva chiesto suggerimenti per "un vino frizzante che aiuti la digestione". Le fu offerto un prosecco da 9 euro, sul quale la signora storse la bocca, decidendo di scegliersi personalmente la bottiglia. Si presentò alla cassa con un Dom Perignon da 150 euro, trionfante, esclamando "Eccolo! E’ lui, lo riconosco! Sono queste le bollicine che mi fanno digerire tanto bene....".

In questo momento di profondo dolore giungano alla moglie e ai figli Chiara e Paolo sentite condoglianze da tutta la redazione pisana de La Nazione. Le esequie saranno celebrate, domani, giovedì alle ore 16 in San Paolo a Ripa D’Arno.

Eleonora Mancini