SAVERIO BARGAGNA
Cronaca

La Luminara del dolore. Pisa sfila per Barbara nel silenzio della città "Una persona speciale" – Il commento

Un lungo corteo unisce in una infinita fiaccolata Corso Italia all’ospedale Santa Chiara. L’applauso su luogo del delitto: "E ora dedicheremo alla psichiatra un luogo simbolo".

La Luminara del dolore Pisa sfila per Barbara nel silenzio della città "Una persona speciale"

di Saverio Bargagna

Stai in silenzio. Accendi la fiaccola. Cammini. Se vuoi preghi, forse piangi. Attraversi le vie del centro e quelle case e quelle finestre accese ti paiono estranee. Nel percorso della tua esistenza hai attraversato Corso Italia in mille modi diversi e in altrettante età: parlando con gli amici, ripassando mentalmente una materia prima dell’interrogazione al Liceo, a braccetto con la moglie, con in mano un gelato comprato ai bambini. Il giorno del Gioco del Ponte, quello della promozione del Pisa in serie B, una passeggiata perfino qualche ora prima di sposarti. Mai, però, in questo modo: in silenzio, con un lumino stretto fra le mani, circondato da un lutto collettivo. Una Luminara del dolore.

Quando la sommità del corteo raggiunge l’ospedale Santa Chiara, in Borgo Stretto, sotto le finestre della nostra redazione, continuano a sfilare centinaia di persone con le fiaccole impugnate con orgoglio: luci incerte per il vento che le percuote, eppure tenaci tanto da sfidare le prime tenebre della notte portanto un messaggio d’amore e denuncia. Oltre 10mila persone, secondo la stima della Questura, uniscono idealmente l’una e l’altra parte dell’Arno e ogni fiamma racconta una propria storia personale. Ma anche un impegno condiviso come quello di tanti volontari che già un’ora prima dell’avvio del corteo, in un banchetto improvvisato sotto l’ultimo sole primaverile e la statua di Vittorio Emanuele, scartano centinaia di lumini e fiocchi neri così che tutti portino, anche sul proprio corpo, i segni del lutto.

Durante il passaggio sul Ponte di mezzo il vento spira forte dal mare e spegne qualche fiaccola che torna però ad accendersi una volta protetta dalle mura del Borgo. I bar e le vetrine si ammutoliscono, qualcuno si fa un segno della croce quando la corona di fiori con scritto "Barbara" passa davanti. Candele illuminano la scuola Normale, mentre il dolore di Pisa sublima in un messaggio universale attraversando piazza dei Miracoli. Poi, sul vialetto in autobloccanti che costeggia l’edificio 3, ingresso A di Psichiatria universitaria, gli ultimi passi si muovono incerti. I fiori vengono deposti laddove il sangue di Barbara Capovani è stato versato. Un lungo applauso si propaga attraverso le arterie della città. Ventimila mani battono allo stesso tempo: parenti, amici, colleghi ma anche tante famiglie e moltissimi bambini. E’ un miracolo dell’amore che sfida l’orrore del delitto.

"Essere qui per le istituzioni - spiega il presidente del consiglio regionale della Toscana, Antonio Mazzeo - è un dovere. Queste fiaccole sono simbolo del ricordo della dottoressa Barbara Capovani e sarà nostro compito tenere viva la sua memoria. Tragedie come questa non devono mai più accadere. Come Regione ci impegneremo ad aumentare il livello di sicurezza del personale sanitario, ma come Consiglio regionale siamo pronti a sollecitare il Parlamento con una proposta di legge nazionale che colmi le lacune dell’attuale sistema legislativo e tuteli i professionisti della salute mentale".

Il sindaco Michele Conti si fa portavoce del dolore collettivo: "che parte da Pisa per raggiungere tutta Italia. Questo è il nostro il grande abbraccio alla dottoressa Barbara Capovani. L’intera città si stringe unita nel suo ricordo e abbraccia la famiglia. Una folla composta, silenziosa ma determinata a lanciare un grido di allarme perché ciò che è avvenuto non accada mai più. Una mobilitazione enorme per una persona speciale che spero potrà servire per risolvere il problema della sicurezza negli ospedali e nelle strutture sanitarie". "L’amministrazione – conclude Conti – è pronta a intitolare un luogo pubblico a Barbara in accordo con i suoi familiari, sceglieremo un posto che la rappresenti o che lei amava particolarmente".