Jevis la start up degli studenti: "Così insegniamo e impariamo a fare impresa sul territorio"

Il presidente Lorenzo Buccolini, come la media del team, ha soltanto 22 anni. Un’idea vincente "Il 99% dei giovani che lavorano con noi, entro 36 mesi dalla laurea, hanno trovato un lavoro" .

Jevis la start up degli studenti: "Così insegniamo e impariamo a fare impresa sul territorio"

Il team di Jevis: l’età media dei componenti è di 22 anni

di Mario Ferrari

"Il 99% dei giovani che si formano con Jevis, entro 36 mesi trova lavoro". Una start-up realizzata da studenti dell’Università di Pisa per imparare a fare impresa durante gli anni accademici. Si chiama Jevis ed è una realtà nata a Pisa da circa un anno, da un team di 4 persone che oggi sono diventate 41, che ha l’obiettivo di svolgere progetti per le aziende applicando il metodo dell’"imparare facendo", offrendo di fatto dei servizi di consulenza. La start-up fa parte della rete delle ‘Junior Enterprise’, associazioni no profit composte da studenti universitari, che erogano servizi di consulenza per aziende, istituzioni e privati. L’età media del team è di 22 anni, la stessa del presidente di Jevis, Lorenzo Buccolini, che ha definito l’esperienza della start-up come "ciò che mi mancava all’interno del percorso di formazione".

Come mai?

"Partiamo dall’idea che durante l’università noi apprendiamo un sacco di conoscenze teoriche, ciò che manca è un’immersione nel mondo del lavoro. Jevis è nata proprio con quest’ottica: erogare una serie di servizi alle imprese e conoscere meglio il settore".

Che tipo di servizi?

"Possono essere fondamentalmente suddivisi in tre macroaree: area IT (consulenze su sviluppo web e sviluppo software), area commerciale (consulenza sulla redazione e sulla comprensione della legislazione riguardo il bilancio di sostenibilità), area marketing (consulenza gestione delle pagine social e campagne pubblicitarie)".

Voi siete però un’associazione no profit, dov’è il guadagno per il team?

"Tre punti, il primo è la grande possibilità di fare rete. Grazie al nostro impegno, infatti, conosciamo moltissimi universitari, dunque c’è un grande scambio di idee, prospettive, suggerimenti. Il tutto assume un’ottica nazionale se si pensa che la rete delle Junior Enterprise conta circa 2mila persone in tutta Italia".

Il secondo punto?

"Una formazione di alta qualità. L’università ci dà moltissime nozioni ma la crescita che abbiamo confrontandoci con le aziende è diversa e soprattutto specifica per gli ambienti di interesse".

Il terzo sarà la possibilità di conoscere nuove imprese.

"Esatto. Offrendo consulenza alle aziende poi ci entriamo in contatto, con tutte le opportunità che ciò comporta, soprattutto in termini lavorativi. Secondo Almalaurea infatti il 99% dei giovani che passano da Jevis, entro 36 mesi dalla laurea hanno trovato un lavoro".

L’opportunità valorizza però alcune facoltà più "spendibili" in ottica imprenditoriale.

"Purtroppo è vero. Tuttavia è mia intenzione come presidente aprirci alle facoltà umanistiche da inserire nel settore delle risorse umane, ossia coloro che selezionano i nostri talenti futuri. Mansione importantissima per la nostra start-up che si rinnova ogni 2-3 anni".

Ma quali competenze imparate in Jevis?

"Lavorando a progetti imparano come gestire un team, interfacciarsi coi clienti, rispettare le scadenze e organizzare il lavoro con ottica aziendale. Una serie di strumenti che poi i singoli scelgono come sfruttare, facendosi assumere in attività o diventando imprenditori".

Un buon aiuto per il territorio.

"La nostra ottica è sul nostro territorio, infatti il 90% delle aziende con cui abbiamo a che fare sono della provincia di Pisa e addirittura il 50% del nostro comune".