Un’attesa di sei ore con un infarto in corso. 'Nessuno ci ascoltava'

Calvario al Pronto Soccorso di Cisanello

La ragazza è morta in pronto soccorso (Archivio)

La ragazza è morta in pronto soccorso (Archivio)

Pisa, 2 febbraio 2021  Sei ore con un infarto in corso in attesa di essere visitata al Pronto Soccorso. Dalle 15 alle 22 i familiari ignari di tutto, perché, a causa del Covid non possono stare insieme alla loro congiunta che, per le sue condizioni, non è in grado di comunicare coi medici. La denuncia è del marito che, preferendo mantenere l’anonimato, racconta a "La Nazione" quelle ore di apprensione mescolate a rabbia. «Domenica pomeriggio – racconta – mia moglie si sente male intorno alle 15. Chiamiamo subito un’ambulanza chiedendo un medico a bordo. Dopo venti minuti, i sanitari arrivano e, registrate le informazioni di routine su sintomi e patologie, trasferiscono mia moglie al Pronto Soccorso di Cisanello. Non sappiamo – specifica – se tra le tre persone dell’ambulanza ci fosse un medico come da noi richiesto al 118". "A causa del Covid ci dicono che noi familiari non possiamo stare con lei neanche se è classificata disabile ai sensi della legge 104 è in gravità. Così non ci resta che aspettare una telefonata dal Pronto Coccorso che non arriva".

La famiglia inizia a preoccuparsi e chiama al Pronto Soccorso: "Ci dicono – prosegue il marito della donna – che appena arrivata non è stata visitata da un medico perché ci sono casi più gravi e che è in attesa. Ma non ci comunicano né il codice, né il numero che le è stato attribuito". Alle 20 decidono di vederci chiaro e la figlia va al triage del Pronto Soccorso dove, riferisce l’uomo "le dicono che mia moglie è ancora in attesa perché ci sono casi più gravi e che c’è un paziente prima di lei. Mia figlia fa presente al personale del triage che mia moglie ha demenza, la 104, problemi cardiaci, diabete, problemi di pressione alta e sollecita invano la visita da parte di un medico; le viene inoltre negata la possibilità di parlare con un medico e di vedere la madre per sapere come stia dopo 4 ore di attesa, perché c’è il Covid". L’uomo prosegue: "Alle 21.30 richiamiamo il Pronto Soccorso e ci dicono che mia moglie è ancora in attesa di essere visitata perché ci sono sempre casi più gravi da dover soccorrere e vane sono le nostre osservazioni. Alle 22.09 finalmente veniamo contattati dalla dottoressa di turno al Pronto Soccorso che ci dice di aver iniziato a visitare mia moglie e vuole sapere da noi il motivo per il quale sia stata portata lì, visto che mia moglie per ovvie ragioni non è in grado di dirglielo".

«Nelle telefonate successive veniamo a sapere che mia moglie dovrà essere visitata da un cardiologo perché i valori degli enzimi cardiaci sono alti in modo preoccupante". Dopo la visita, intorno alle 3.32, ricostruisce l’uomo, "la dottoressa del pronto soccorso ci dice che mia moglie è stata trasferita in terapia intensiva in cardiologia. Dai referti risulta che si era sentita male alle 15 per un malore al cuore e precisamente per un infarto, e che le sue condizioni al momento non erano affatto buone e veniva ricoverata in terapia intensiva". Così i suoi congiunti chiedono ai medici le ragioni di tutte quelle ore di attesa per un infarto e la risposta ottenuta dalla dottoressa "è stata –, riferisce il marito –, che lei l’aveva visitata solo verso le 22 perché prima nessuno le aveva portato mia moglie... . E poi non siamo ancora riusciti a vederla, anche se in casi eccezionali è consentito. Nelle sue condizioni le farebbe bene vedere un familiare".