"Il mio calvario da precaria Contratti anche di 2 giorni"

La storia di una docente ora assunta: "17 anni in cerca del posto fisso". Pasquale Cuomo (Cgil): "Proposta per assegnare i posti di ruolo scoperti"

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Volterra, Pomarance, Pontedera. Fino a perdere il conto dei chilometri di strada macinati per ben 17 anni. L’obiettivo: la stabilità lavorativa nel pianeta scuola. La storia di Martina (nome di fantasia nel rispetto della privacy) è emblematica di un sistema inceppato che si alimenta di supplenti. Secondo i dati pubblicati dall’Ufficio scolastico regionale e rielaborati da Flc-Cgil, nelle scuole della Toscana si contano 2mila posti di lavoro vacanti (270 solo a Pisa). Tra le aree più ‘scoperte’ italiano, scienze motorie, materie scientifiche e sostegno. "La prima supplenza è stata nel 2004 - racconta la docente - e da alora, come molti altri colleghi precari, sono stata dirottata in numerose scuole del territorio. Ogni anno era una corsa all’assegnazione del posto, ho vissuto in un perenne stato di insicurezza, vanificando qualsiasi progetto per il futuro. Ci sono stati anche casi di ritardo sui pagamenti, quando arrivi a fine mese e non trovi lo stipendio sul conto è un’esperienza mortificante. Così ho deciso di restare a casa dei miei genitori, perché l’indipendenza ha un costo".

Racconta di non aver mai mollato perché "la passione per la professione era più grande di qualsiasi sacrificio, ma saltare da una cattedra all’altra se da un lato è motivo di arricchimento, dall’altro non fa bene alla qualità dell’insegnamento". Dice di non aver mai rinunciato ad una supplenza: "Il precario si trova a dover scegliere - aggiunge -. Io volevo lavorare a tutti i costi e così ho accettato anche cattedre più distanti da casa e di breve durata per fare punteggio e salire in graduatoria. Ho fatto tesoro delle parole di una mia collega: ‘Anche un giorno in più fa la differenza’". Solo nel 2021, il calvario del precariato è terminato quando ha vinto il concorso straordinario.

"E’ stato indetto in piena pandemia ed io finalmente avevo i requisiti giusti: 3 anni di servizio nella scuola statale e almeno uno di insegnamento sulla classe di concorso. Mi rivedo tanto nei precari di oggi - conclude - non demordono spinti dalla passione che però, a malincuore, porta ad accettare anche condizioni inaccettabili". Intanto, la Flc-Cgil si è mossa con una proposta per assegnare i posti di ruolo scoperti. "L’immissione in ruolo dei docenti precari con tre anni di servizio, un anno di prova e un test disciplinare a fine anno - spiega il segretario generale Pasquale Cuomo -, potrebbe sanare il problema, oltre a pianificare concorsi in maniera ciclica e ordinaria ogni due anni".

Ilaria Vallerini