PONSACCO
Il "parroco no global", che da vent’anni e più fa discutere ad ogni Natale con suoi provocatori presepi, colpisce ancora, alzo zero. Sotto lo striscione con i colori della pace e la scritta "Gaza: no al terrorismo di Hamas e di Israele", don Armando Zappolini, parroco della parrocchia di San Giovanni, a Ponsacco, presenta stavolta un Gesù Bambino avvolto nella kefiah palestinese, tra macerie e sangue che circondano la Natività allestita davanti al Battistero della chiesa nel cuore della cittadina del monile. Non è il primo, in Italia. Altri analoghi sono stati allestiti nel nord. Ma il primato toscano è quello del prete no global. Non esiste nessuna giustificazione al terrorismo- dice il parroco presentando il presepe parrocchiale che sicuramente farà scalpore come altri precedenti anche fuori dai confini del suo paese – che venga da Hamas da Israele. Il dramma che vive da anni la Palestina non ci può lasciare indifferenti. Le coscienze non si possono scuotere a comando o solo quando un evento, come quello successo il 7 ottobre in Israele, ci risveglia da “sonni” apatici, rassegnati, e, nella più estrema delle ipotesi, disinteressati. Non dobbiamo scegliere di stare da una parte o dall’altra. L’unica scelta da compiere è quella del diritto alla vita. Unico diritto riconosciuto da Dio e che, come esseri umani e cristiani, non possiamo non difendere strenuamente. Quest’anno – dice don Armando – non potevo non focalizzare il presepe sul dramma della Palestina che getta una tragica luce su questo Natale. Come ha detto Papa Francesco in Medio Oriente siamo andati oltre le guerre, siamo al terrorismo. Il messaggio è la condanna unanime di tutti i terrorismi e di tutte le politiche aggressive che portano a violenze e sofferenze immane, che come esseri umani e cristiani non possiamo tollerare o giustificare. Il sangue versato dei bambini di Gaza non ci può più essere indifferente, non possiamo continuare a vivere la nostra vita sapendo che altri esseri umani la perdono ogni giorno, senza sosta e senza ragione". Ma c’è chi, alla vista storce il naso.