MASSIMO
Cronaca

Il Fast Park? Non solo utile, è sostenibile

Massimo

Dringoli*

Non amo alimentare polemiche a mezzo stampa, specie se a carattere personale, consapevole del rischio che non abbiano più fine, lasciando poi comunque ognuno del proprio parere iniziale. Chiamato però in causa direttamente da Verter Tursi su un tema di attualità, mi sento in dovere di rispondere per cercare di chiarire le motivazioni che hanno sollecitato l’azione dell’amministrazione. Il "Fast park" previsto a Marina di Pisa non può in alcun modo essere considerato "inutile". Le 60 auto in più che il parcheggio già lì esistente consentirà di parcheggiare, se parcheggiate lungo il viale occuperebbero una fila di circa 300 metri in aderenza alla pineta, dunque il Fast park consentirà di impedire che uno scempio del genere seguiti ad accadere, come avvenuto fino a oggi, senza nuovo consumo di suolo. Già questo mi sembra che debba essere considerato un risultato molto utile da chi sostiene di avere a cuore la tutela del paesaggio e dell’ambiente. Il parcheggio viene inoltre considerato "costoso", certamente, si sarebbe dovuto aggiungere, "troppo" costoso. Su questo occorre fare molta chiarezza. Sono convinto come non sia sufficiente ricordare che il costo del parcheggio non sarà a carico del Comune, ma della Regione, dato che sempre di soldi dei contribuenti si tratta. Il finanziamento è il risultato di un bando regionale per realizzare parcheggi pubblici su aree di proprietà pubblica. In ogni caso questa realizzazione non è comunque uno spreco di soldi ma vi è anche da considerare un altro aspetto: il rispetto dell’ambiente ha un costo, che non si può ignorare. Costruire un Fast park su due piani costa di più che realizzare un parcheggio a raso di doppia superficie, ma comporta un notevole risparmio di uso di suolo. Non si può avere l’uno e l’altro senza costi aggiuntivi, e di questi costi è bene che si faccia carico la comunità, che in questo caso è rappresentata dalla Regione.

*Assessore alla mobilità, Pisa