REDAZIONE PISA

“Sono gay”, studente sbattuto fuori da casa dalla famiglia. Lo ospita un prof

Le storie sono passate in due anni al Centro Voice che si batte contro il bullismo e le discriminazioni

Il coming out e le conseguenze: "Annuncia ai colleghi la transizione. E qualche giorno dopo è licenziato"

Pontedera, 27 marzo 2024 – "Babbo sono lesbica". Quante volte, forse, ha cercato il giusto momento per pronunciare questa frase, quante volte ha pensato a quale sarebbe stata la circostanza più giusta. Poi si è presentata alla sportello "Voice", insieme alla madre, per chiedere aiuto: per sapere come dire, insieme, nel modo più giusto, al genitore che a lei piacciono le donne e che, comunque, essere gay, lesbiche o transgender non è una scelta, ma una condizione esistenziale come tutte le altre.

Ma allo sportello Voice arrivano anche storie di discriminazione. Un caso è quello del lavoratore in un’azienda della Valdera che, durante una riunione con i colleghi, nelle settimane scorse, ha detto che avrebbe iniziato il percorso di transizione. In quell’esatto istante – da quanto emerso – è però iniziato il percorso che li lì a poco lo avrebbe portato a ricevere la lettera di licenziamento.

L’azienda, infatti, avrebbe iniziato a cercare proprio figure professionali come quella del lavoratore transgender: trovato il profilo giusto è scattato il licenziamento. E in questo caso cosa può fare lo sportello? "La vicenda – dice il coordinatore del servizio Emiliano Accardi – è oggetto di valutazione dello legale di Voice e potrebbero esserci gli estremi per dare il via alle carte bollate".

Ma le storie sono tante. La scoperta di essere genitori di un figlio gay o di una figlia lesbica può essere un’esperienza altamente complessa. Anche se i tempi stanno cambiando molti genitori possono ancora sentirsi confusi e preoccupati quando scoprono che il proprio figlio o la propria figlia ha un orientamento sessuale diverso da quello etero, o che la sua identità sessuale non corrisponde a quella biologica. Le reazioni dei genitori dipendono da molti fattori, tra cui la cultura, la religione, le esperienze personali. E possono essere durissime.

Studente sbattuto fuori casa perché gay, lo ospita il prof  

E gravi. Allo sportello, nel febbraio scorso, si è presentato un 18enne sbattuto fuori da casa perché gay, "il figlio probabilmente ritenuto non perfetto". Il ragazzo è stato accolto, è stata ascoltata la sua storia, e uno psicologo si sta occupando di lui. Nel frattempo è stato attivato il servizio sociale e la sinergia con la scuola: un insegnante si è offerto di ospitare il ragazzo fino a giugno per consentirgli di concludere con serenità gli studi. Quando il giovane si è presentato allo sportello era già stato mandato via da casa, ed era ospite di amici fuori zona.

"In due anni – spiega Accardi – Accardi – abbiamo già trattato 24 casi. Questo sportello è arrivato a colmare un vuoto, non essendoci sul territorio, in Valdera come nel Valdarno, punti di riferimento del mondo Lgbtq+ al quale queste persone, in qualche modo, avrebbero potuto chiedere aiuto. Abbiamo accolto figli, genitori, persone alle prese con dubbi e problemi, vittime di gravi discriminazioni.Questo sportello è l’unico in provincia di Pisa e uno dei pochi in Toscana".

Carlo Baroni