Il 30 maggio scioperiamo per la dignità

Claudio

Vannucci*

Scioperiamo per restituire dignità ai lavoratori. Se si perde la dignità non c’è contratto che tenga. C’è bisogno di unità, sindacati, lavoratori della scuola, cittadini, abbiamo bisogno di tutti e non ci fermeremo certo qui. Non è vero che gli scioperi non servono. Ricordatevi la Legge 107. Fu uno sciopero dei sindacati a fermarla. L’abbiamo smontata pezzo per pezzo, oggi non c’è la chiamata diretta e i dirigenti sceriffi non hanno avuto alcun successo. Così abbiamo deciso di proclamare sciopero il 30 maggio. Perché? La riforma del reclutamento, la formazione e le risorse contrattuali insufficienti ci confermano che la comunità educante è sotto attacco dalla politica. Lo sciopero del 30 maggio sarà uno strumento di protesta contro i partiti e il Governo che vorrebbero mortificare ruolo e funzioni della Scuola costituzionale per curvarla alle sole ragioni della produzione e del mercato. Il decreto reclutamento è una riforma inattuabile, senza logica democratica, danneggia un pezzo fondamentale del Paese, la scuola, che è ai primi posti nelle classifiche di gradimento, dietro solo al Papa, al Presidente della Repubblica e alle forze dell’ordine. Quanto al Pnrr, non può esistere un investimento sulla scuola che non passi per il personale, gli organici e la riduzione degli alunni per classe. Qui accade il contrario e il risultato è che si sta precarizzando tutto il sistema. Un flop, di risorse finanziarie adeguate per procedere al rinnovo contrattuale. la stabilizzazione del personale precario che viene penalizzato dalle nuove regole. Molti diranno lo sciopero non serve a niente ma la verità è che molti governi sono caduti o sulle riforme della scuola. Mi rendo conto che scioperare di questi tempi, significa fare un sacrificio economico importante ma se il mondo della scuola non dà un segno di vitalità, si rischia di tornare ad un modello pre-democratico. Stavolta è necessario prendere posizione.

*Segretario Uil Scuola Pisa