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Giustizia riparativa: Pisa apripista Alla Sds il primo progetto toscano

Siglato il protocollo d’intesa tra Società della Salute, Udepe, volontariato e terzo settore impegnate nella promozione dell’esecuzione penale esterna in attuazione di provvedimenti emessi dal tribunale.

Giustizia riparativa: Pisa apripista Alla Sds il primo progetto toscano

È possibile ricucire lo strappo tra chi ha commesso un reato e la comunità? La Società della salute assieme all’Udepe e a soggetti del terzo settore e del volontariato del territorio impegnate nella nell’esecuzione penale esterna dal carcere hanno firmato un protocollo che fa Pisa da apripista. Sergio di Maio presidente SdS, dice: "Non si parte da zero. Abbiamo ottenuto un finanziamento regionale di 40mila euro per lo sviluppo di una rete integrata di servizi per l’assistenza delle vittime. Il protocollo è la cornice ideale per realizzarlo". Rossella Giazzi direttrice dell’Udepe Pisa aggiunge: "Auspichiamo l’attivazione di un secondo centro regionale per la giustizia riparativa oltre a quello già previsto a Firenze. Questo accordo, e l’esperienza maturata nel territorio pisano, possono aiutare ad andare in quella direzione".

In Toscana, sarà la Zona Pisana a fare da apripista per la nascita di un vero e proprio sistema territoriale integrato per la promozione della giustizia riparativa. La firma ha coinvolto le principali realtà del terzo settore e del volontariato del territorio impegnate nella realtà di esecuzione della pena fuori dal carcere quali le cooperative sociali "Arnera" e "Il Simbolo" e le associazioni "Controluce" e Cen-Vit. Il protocollo appena sottoscritto, infatti, permetterà anche la creazione, nella Zona Pisana nascerà del tavolo per la giustizia riparativa, composto da istituzioni, servizi pubblici, terzo settore e cittadinanza attiva che dedicherà una particolare attenzione alla coprogettazione e alla disseminazione degli interventi. Già fissato anche l’obiettivo di arrivare alla promozione sul territorio di Sportelli di comunità per la giustizia riparativa. Per Stefano Carboni di e Arnera "è l’inizio di un percorso strutturato e formalizzato sulla giustizia riparativa e la tutela dei diritti delle vittime di reati, che raccoglie e valorizza le esperienze nate nel territorio pisano in questi anni: è un passaggio fondamentale perché, senza una rete territoriale salda, è difficile promuovere la giustizia riparativa".

"È una novità importante - aggiunge Daniela Conviti, vicepresidente dell’associazione "Controluce" da trent’anni impegnata accanto ai detenuti e agli ex detenuti del territorio pisano -: grazie a questo protocollo, infatti, nasce finalmente una rete che ha, al contempo, una finalità riparatoria per la società ma anche l’obiettivo di avviare percorsi di assunzione di responsabilità da parte di chi ha commesso un reato e di tutela nei confronti delle vittime". "La rete che nasce oggi - conclude Alessandro Carta de "Il Simbolo" - può essere un’opportunità di crescita importante per tutto il territorio e anche per le realtà aderenti".

Carlo Venturini