
"Furti in ospedale di notte Via i vestiti dei dipendenti"
"Costretti a tornare a casa senza cappotto e con gli zoccoli che utilizziamo in reparto... con questo freddo". I racconti sono quelli degli infermieri, soprattutto smontanti dal turno di notte. Nei giorni scorsi si sono ripetuti furti negli spogliatoi dei dipendenti dell’ospedale. All’edificio 30 di Cisanello. Vestiti, scarpe anche di marca, giacchetti. Tutto quello che si trova negli armadietti. "La situazione è critica in tutti gli spogliatoi – spiega Daniele Carbocci, Nursind – aree poco frequentate dove è facile accedervi. I soldi non li portiamo dietro, per cui i ladri prendono ciò che trovano, come gli abiti. Gli armadietti vengono danneggiati e non è piacevole per i colleghi andar via con gli zoccoli e senza cappotto. Gli indumenti civili vengono lasciati lì, mentre borse e cellulari vengono portati in reparto". "L’azienda ha messo il badge – prosegue – proprio per far entrare solo chi è autorizzato, ma a volte viene rotto l’apparecchio di lettura, e scassinata la porta. Chi smonta alle 21-21.30 talvolta trova l’intruso".
Un problema non facile da risolvere. "Utile può essere un maggiore controllo dei vigilantes che pure passano più volte, ma gli spazi sono grandi, poi limitare le porte di accesso, che sono centinaia, quantomeno di notte centralizzando gli ingressi", aggiunge Carbocci. "Un problema annoso – riassume Nicola Lunetti (Nursing up) – tutti gli spogliatoi dovrebbero avere la tessera di accesso. Ma a volte vengono aperti. Come sindacato stiamo attenti tutti i giorni al fenomeno, segnalando le anomalie, l’azienda interviene e ripristina. Siamo disgustati dall’accaduto, chiediamo di fare tutto il necessario per tutelare i lavoratori evitando gli accessi impropri". "I vertici ci hanno promesso che faranno i lavori e aumenteranno la sicurezza, installando, se ci sarà il via libera dei sindacati, anche le telecamere. Un fatto, quello dei furti, che anche noi abbiamo segnalato", afferma Giovanni Battista Marranchelli, responsabile aziendale Cobas. "Un fatto conosciuto da tempo. Tutte le variazioni di organizzazione che ci sono state in questi ultimi anni (sia per emergenza covid che per i lavori necessari al cantiere del “nuovo S.Chiara di Cisanello”) non hanno di certo aiutato nella loro risoluzione", riflette Antonino Di Maio (Cgil). "Le misure tecnologiche utilizzate fino ad oggi per garantire la sicurezza si sono, al momento, rilevate inefficaci; dispositivi con codici di accesso, trovati vandalizzate senza poter risalire agli autori del danneggiamento, in quanto non è presente alcun sistema di video sorveglianza puntato sugli accessi agli spogliatoi. E’ indispensabile che l’azienda provveda quanto prima, come ci ha informalmente comunicato, a predisporre un accesso riservato e registrato, ai soli dipendenti afferenti allo specifico spogliato e un sistema utile di video sorveglianza, a circuito chiuso".
Antonia Casini