
Il reumatologo dell'Aoup Maurizio Mazzantini
Pisa, 10 luglio 2025 - La tempestività nella somministrazione di farmaci anti-osteoporotici in pazienti con fratture da fragilità riduce notevolmente il rischio di rifrattura imminente. Lo confermano i risultati di uno studio pilota pisano appena pubblicato su Frontiers, da cui è emerso anche come ci sia un diffuso ritardo nella prescrizione di una terapia antifratturativa con farmaci anti-osteoporotici (Aom) che, se somministrata precocemente, potrebbe invece prevenire ulteriori rotture causate da fragilità ossea. Lo studio, monocentrico e retrospettivo, è stato effettuato sui dati anamnestici precedenti di una coorte di pazienti provenienti dall’area vasta nord-ovest della Toscana che si sono rivolti all’Ambulatorio multidisciplinare di fratture da fragilità istituito in Aoup nel 2014.
Finora in letteratura scientifica non esisteva un lavoro con dati italiani - basati su coorti di pazienti osteoporotici con fratture da fragilità - il cui obiettivo fosse di evidenziare le lacune nel trattamento dell’osteoporosi, quantificare il ritardo nella prescrizione delle terapie e calcolare anche il rischio di rifrattura conseguente a questo ritardo. E l’Italia è il Paese con la più alta prevalenza di osteoporosi (6,3% della popolazione) nell’Unione europea e un’incidenza grezza di fratture da fragilità pari a 20,6/1.000 individui di età pari o superiore a 50 anni (fonte Scope- scorecard per l’osteoporosi in Europa).
La ricerca pisana - coordinata da Maurizio Mazzantini, reumatologo dell’Unità operativa di Reumatologia dell’Aoup che, insieme a Vanna Bottai, ortopedica dell’Unità operativa di Ortopedia e traumatologia dell’Aoup, gestisce l’Ambulatorio fratture da fragilità – colma una lacuna e dimostra scientificamente come sia necessario implementare quanto prima strategie preventive per ridurre il ritardo nel trattamento di questa patologia.
L’osteoporosi è una malattia scheletrica progressiva caratterizzata da riduzione della massa ossea e deterioramento dell’architettura ossea. È prevalente soprattutto tra le donne in post-menopausa e nella popolazione anziana e rappresenta la causa più frequente di fratture spontanee, chiamate anche fratture da fragilità. È spesso associata a disabilità e bassa qualità della vita, insieme a un aumento dei tassi di mortalità prematura. Si stima che tra il 2019 e il 2034 si verifichi un aumento del 24,8 % del numero di fratture da fragilità nell’UE, rispecchiando l’aumento previsto dell’11,4 % della popolazione anziana nello stesso arco di tempo. L’osteoporosi rappresenta quindi un onere economico importante e sempre più rilevante per i sistemi sanitari di tutta Europa; nel 2019 il costo diretto totale delle fratture da fragilità incidenti nell’UE è stato di 56,9 miliardi di euro (+ 64 % rispetto al 2010).
Lo studio ha raccolto le storie cliniche pregresse di 500 pazienti osteoporotici adulti, di entrambi i sessi, con fratture da fragilità primarie o secondarie (vertebre, anca, omero, polso, bacino), selezionati casualmente dal 2014 a fine 2023 fra quelli presentatisi all’Ambulatorio fratture da fragilità (sono stati esclusi 41 pazienti, la cui raccolta anamnestica pregressa era incompleta).
Sono stati quindi identificati coloro che avevano ottenuto - nell’arco di tempo precedente la presa in carico all’Ambulatorio dedicato dell’Aoup - la prescrizione di farmaci anti-osteoporotici entro 2 mesi (gruppo “trattamento precoce”) e coloro che non lo avevano ottenuto (gruppo “non trattato”). L‘insorgenza di rifratture è stata valutata retrospettivamente in entrambi i gruppi, seguita da un’analisi della sopravvivenza e del rischio.
I risultati hanno mostrato che oltre l’80% di loro aveva ricevuto la terapia in significativo ritardo, che il gruppo “non trattato” era più incline alla rifrattura rispetto al “trattamento precoce” (78% vs. 48%) e che, nel gruppo “trattamento precoce”, c’era una probabilità inferiore del 44% di rifrattura.