
Il notaio Tolomei
Pisa, 18 dicembre 2015 - Il funerale di Fiorella Fanali si farà. La salma dell’ex insegnante elementare che da nove mesi si trova in una cella frigorifera dell’obitorio di Pisa, nonostante la consistente eredità lasciata all’ateneo e a due associazioni, una delle quali oggi sciolta, presto potrebbe trovare finalmente una giusta sepoltura. Perchè il loculo a lei riservato c’è. E da tempo. Si trova al cimitero della Misericordia e venne acquistato dalla signora Fiorella tre anni fa, quando si spense il marito, Piero Consani, anche lui ex insegnante. Riposeranno fianco a fianco, esattamente come hanno trascorso la vita.
La conferma della presenza del loculo – anticipata dal nostro giornale – è arrivata ieri dal commissario della Misericordia Gabriele Brunini che ha scritto al sindaco Marco Filippeschi e a Rodolfo Tolomei, notaio che ha pubblicato il testamento di Fiorella Fanali la quale non aveva figli, ma solo alcuni cugini che abitano in altre città.
In prima battuta era stata la Pubblica Assistenza, in particolare il suo presidente Daniele Vannozzi, a mettersi a disposizione per anticipare le spese del trasporto che l’Università si era poi impegnata a rimborsare. Ieri, però, un’altra svolta. Il commissario Brunini ha ufficilizzato la disponibilità dell’Arciconfraternita della Misericordia «ad effettuare la tumulazione della salma nel proprio cimitero, anticipando ogni necessaria spesa, in attesa che i destinatari dell’eredità, una volta entrati in possesso della stessa, provvedano al rimborso delle spese anticipate». Quel che è certo è quindi, per ora, il funerale: il presidente della Pubblica Assistenza Vannozzi si è infatti dichiarato «pronto a consegnare alla Misericordia la salma una volta che sarà restituita dalla Medicina Legale. L’importante – afferma Vannozzi – è arrivare a conclusione di questa triste storia e dare sepoltura a Fiorella». I tempi paiono invece destinati ad allungarsi per la divisione dell’eredità, della quale è in corso l’inventario.
E infatti proprio per quanto riguarda l'eredità c'è più di un giallo da risolvere. Andiamo con ordine e ripercorriamo le ultime tappe. Il 19 marzo, il giorno dopo la morte di Fiorella, è avvenuta l’apertura del testamento, nello studio del notaio Rodolfo Tolomei, presente l’avvocato Silvia Morelli al quale la signora aveva affidato le sue ultime volontà. Una busta bianca che contiene solo un piccolo capitolo di una storia complessa che ha creato tristezza e rabbia. «Io sottoscritta Fanali Fiorella nomino erede per la quota di 10/20 l’associazione per la Pediatria presso l’istituto di Clinica Pediatrica 1 dell’Università di Pisa, 9/20 l’Università degli studi di Pisa con onere di destinare tale attribuzione patrimoniale alla creazione di borse di studio a nome di Consani Piero nelle discipline di chimica, fisica e biologia e per la quota di 1/20 all’Asa, Associazione Salvezza animali», si legge nel documento.
Il patrimonio consiste in una villa fuori Pisa, una villetta in città dove risiedeva la coppia, oltre a diverso denaro depositato in banca (e dunque ancora non accessibile). E’ in corso l’inventario dei beni e bisognerà identificare con esattaezza gli eredi prima che la banca renda disponibile il conto corrente. Si parla in totale di un valore complessivo dell’eredità di circa 800mila euro, anche se l’Università ridimensiona la cifra dimezzandola, dunque non più di 400mila euro.
Veniamo al "giallo" vero e proprio: la signora Fanali non poteva sapere che la destinazione di metà esatta del patrimonio – i 10/20 lasciati all’Associazione per la Pediatria – sono al momento in «sospeso». Sì, perché il sodalizio si è sciolto con la morte di Paolo Vestri di Cascina, giornalista (è stato anche a lungo corrisponde de «La Nazione»), nonché amico e cultore, come Piero Consani, di vernacolo e pisanità. Che fine farà quel denaro? «Occorre verificare che l’associazione non sia stata assorbita da altre, che non ci siano curatori, liquidatori, ecc... altrimenti la quota andrà ridistribuita ad altri eredi in proporzione», osserva il notaio Tolomei. L’Università, da parte sua, fa sapere che «al momento non sa se potrà rivendicare questa quota, sulla base del fatto che l’Associazione pediatrica (di natura privatistica) operava in sinergia con i medici del Dipartimento universitario interessato».
In questi giorni si è poi appreso dell’esistenza di alcuni parenti della donna, anche se alla lontana, tre cugini da parte della madre, che risiedono in altre città i quali, pur esclusi dal testamento, potrebbero in questa situazione decidere di fare qualche accertamento o volere chiarimenti. Soprattutto adesso, che pare venuto meno uno dei soggetti designati nel testamento e il 50% dell’eredità è dal destino ancora da definire. «Hanno dieci anni per accettare o rinunciare a eventuali beni», spiega il legale. Ma c’è anche un’altra pedina in campo, quella del Comune. «Che deve subentrare in caso di inadempienza o inerzia continuata» dei soggetti coinvolti, aggiunge la legale.