Pisa, 27 novembre 2023 – “Da ormai oltre due settimane il grande cancello si apre alle 7 del mattino ( per ritornare immediatamente ben serrato anche agli occhi dei meno curiosi !). Prima delle 8 si odono già le motoseghe dei tagliaboschi. Ma tutto questo dove? In via Giordano Bruno, quartiere storico di San Martino, dove sono iniziati i lavori per la ristrutturazione dell’ex distretto militare Curtatone e Montanara trasformandolo in un nuovo “ parco pubblico” con recupero dei volumi edilizi in edilizia convenzionata per totali 73 appartamenti". Inizia così la lettera di un gruppo di residenti del quartiere, indignati per l’abbattimento di platani, quasi centenari, "enormi e sanissime magnolie , lecci oltre altre specie come abeti alti 12 metri".
"In due settimane - continuano – abbiamo visto uscire dall’ex distretto camion e camion carichi di tronchi, tronchi di anche 60-70 cm di diametro che a noi, che non siamo agronomi, sono sembrati di legno sano e non certo alberi malati. Sono sopravvissute, oggi, nel centro del piazzale adiacente il cancello d’ingresso, solo 7- 8 grandi piante. Da sempre, più indietro, svetta oltre i tetti delle camerate un gigantesco cipresso, sopravviverà all’azione di questi tagliaboschi? Non sappiamo quanti alberi fossero, 70, 80, forse di più! Tutti malati? Tutti da abbattere per “bonificare” il sito, come ci hanno detto gli operai-tagliaboschi? Sono rimasti solo quelli al centro del piazzale; esigenza di un architettonico gusto estetico e motivo ornamentale per il nuovo complesso che verrà". "Ma la legge non esige, per poter eliminare un albero, per singolo albero, la relazione di un professionista agronomo? Chi ha autorizzato questa decapitazione? Siamo preoccupati per aver perso un polmone verde che anche se sostituito con nuove piantumazioni necessiterà di oltre 100 anni per tornare a difenderci dal caldo, dall’inquinamento. Nuove piante che non avranno certo analoga forza di mitigare il clima, ridurre le escursioni termiche, sostenere la biodiversità.Ci hanno promesso un nuovo parco? Come sarà? Quale diametro avranno le nuove piante ? Quanti anni per recuperare quanto oggi decapitato ? C’è chi giustifica questa eliminazione dicendo che i camion, le gru, la manovalanza sarebbero stati rallentati se gli alberi fossero rimasti in situ? Che le escavazioni avrebbero da sole tagliate le radici degli alberi con conseguente danno alle piante. Forse il futuro sedicente parco pubblico sarà solamente un parco condominiale “aperto al pubblico e dal pubblico pagato”?
La distruzione delle piante aggraverà gli effetti di un piano edilizio, che contraddice il sano principio di non esagerare con la pressione abitativa nei centri storici. Con 73 nuovi appartamenti aumenteranno le auto circolanti e di conseguenza l’;inquinamento, che gli alberi avrebbe ro potuto contrastare".