REDAZIONE PISA

"Era un uomo buono sempre fuori casa perchè lavorava molto"

A Vicarello la tristezza per la morte di Luigi Coclite

"Era un uomo buono sempre fuori casa perchè lavorava molto"

Sono passate da poco le dieci del mattino e a Vicarello tutto tace, tutto scorre. L’operaio 60enne Luigi Coclite vittima della tragedia a Firenze viveva qui. Sposato dal ’99 con Simona Mattolini, assicuratrice alla Cattolica nella filiale di Colle ed ex consigliera di frazione - la ragion di cuore che ha fatto radicare un uomo dell’entroterra di Teramo nell’hinterland livornese -, padre di Lucrezia (22 anni, ballerina, milite della Misericordia come la madre) e Alessio (18 anni, fresco maggiorenne appassionato di calcio e dell’Inter come il babbo). Girando per le stradine di Vicarello l’aria che si respira è silenzi e bocche cucite per il dolore lacerante, la rabbia, l’incredulità, il senso di ingiustizia per l’ennesima morte bianca sul lavoro.

Le telefonate istituzionali di cordoglio arrivano da sindaco e assessore di Collesalvetti, Antolini e Paoli. Salvetti e il Comitato delle associazioni di Livorno decidono la sera stessa della tragedia di devolvere l’incasso del Festival benefico al Teatro Goldoni da svariate migliaia di euro alle famiglie delle vittime colpite. "Evitate di chiedermi l’amicizia per farvi i ca**i miei…Chi ci voleva essere c’è sempre stato", batte sulla tastiera di Facebook. Ma dopo svariati tentativi, c’è chi si slancia nel ricordo di Luigi: "Un uomo buono e un gran lavoratore. Quando poteva veniva a trovarmi in officina per fare due chiacchiere, ma stava fuori di casa dalla mattina alla sera. Che brutta fine", commenta il meccanico Stefano. E poi c’è chi si infiamma all’istante: "Andrebbe fatto un articolo sulle morti sul lavoro. Che paese siamo?", arringa l’ortofrutticola Vanessa.

Francesco Ingardia