"Donare nel nome di Ilaria"

Al Verdi evento Avis in collaborazione con Agbalt e il liceo "Buonarroti"

"Donare nel nome di Ilaria"

"Donare nel nome di Ilaria"

"Chiediamo ai ragazzi di essere protagonisti, sul palco e nella vita, con una scelta consapevole come quella di diventare donatori". A dirlo è Paolo Ghezzi, presidente dell’Avis comunale di Pisa che è intervenuto a proposito dell’ottava edizione di "Donaci Ilaria" che si è svolta ieri mattina al Teatro Verdi, organizzata dall’Avis in collaborazione con Agbalt e il liceo Buonarroti nel ricordo di Ilaria Alestra, giovane pisana, scomparsa a soli 24 anni in seguito alle rare e gravi complicanze di un trapianto di midollo osseo.

L’evento, realizzato con l’obiettivo di promuovere la cultura del dono tra i giovanissimi informando e sensibilizzando sul tema, è ormai da due anni inserito all’interno della giornata della solidarietà organizzata dall’associazione Nicola Ciardelli onlus che coinvolge le scuole pisane di ogni ordine e grado. Gli stessi ragazzi sono saliti sul palco per mettere in scena esibizioni canore, artistiche e di danza realizzando un vero e proprio spettacolo all’insegna della solidarietà e della condivisione in cui il dono è stato presentato come "messaggio di civiltà, consapevolezza e vita".

Le esibizioni degli studenti sono state intervallate da momenti di sensibilizzazione con le testimonianze dirette di persone che hanno vissuto l’esperienza del dono, come donatori o riceventi, e che hanno a loro volta lanciato un appello alla platea perché tutti possano contribuire ad accrescere e a rafforzare questa rete di solidarietà.

Particolarmente toccante la testimonianza di Andrea Massa, diventata donatrice di midollo osseo a soli 13 anni per aiutare sua sorella Laura, la cui battaglia contro la malattia è stata rievocata nel corso dell’iniziativa attraverso la lettura di alcuni passi del libro "ConVivere" della stessa Laura e di Paolo Ghezzi. "Quando ci si ritrova in una situazione simile, non si ammala solo il bambino o l’adolescente in questione ma tutta la sua famiglia. Ovviamente ero spaventata ma l’idea di poter regalare a mia sorella altro tempo da vivere insieme, mi ha aiutato ad affrontare questa sfida nello spirito giusto".

"Donare non solo è un regalo per voi stessi – racconta ancora Andrea – ma vi rende anche parte attiva della società e della comunità".

"Non sempre gli epiloghi sono felici, - prosegue Ghezzi - però rimane il fatto che attraverso il dono riusciamo sempre a garantire dei giorni, dei mesi, degli anni". "Il dono è per sempre – conclude – anche quando non restituisce l’eternità".

Stefania Tavella