Diamanti, soldi e una macchina. Confiscato il «tesoro» di Don Euro

Il Tribunale di Genova fa i conti: il valore dei beni sfiora il milione

Don Luca Morini, 'don Euro'

Don Luca Morini, 'don Euro'

Pisa, 10 ottobre 2018 - IL TRIBUNALE di Genova ha confiscato il tesoro di don Luca Morini, meglio conosciuto come don Euro, originario di Vecchiano. Soldi di un conto corrente, polizze assicurative, diamanti e una Fiat Cinquecento, che dalle mani del sacerdote sono passati a quelle del comando provinciale dei carabinieri. I giudici della sezione per le Misure di prevenzione del capoluogo ligure hanno accolto le richieste della Direzione distrettuale antimafia. Il valore dei beni sottratti all’ex parroco sfiora il milione di euro, basti pensare che nel solo conto corrente c’erano più di seicentomila euro e i diamanti (custoditi nel caveau della Intermarket Diamond Business) superavano i centomila euro.

I giudici genovesi hanno prima disposto il sequestro dei beni che sono stati poi confiscati, chiedendo al titolare di spiegare come avesse fatto ad accumularli. Era il primo giugno del 2018. In questi quattro mesi non sono arrivate risposte plausibili da parte dell’imputato – don Morini, scrivono i magistrati, non si è neppure presentato in tribunale –, anche perché la sorella Maria Cristina si è avvalsa della facoltà di non rispondere alle domande, in qualità di congiunta. Il collegio ha ritenuto il prete un soggetto pericoloso, nonostante la quiescenza. Vuoi per le sue condotte, vuoi per il rinvio a giudizio disposto dal tribunale di Massa, che vede Morini alla sbarra con l’accusa di truffa (ai danni dell’assicurazione e dei parrocchiani). Nelle motivazioni della confisca ci sono anche le minacce fatte al vescovo, monsignor Giovanni Santucci, circa un presunto dossier su altri prelati della diocesi. Minacce che gli hanno garantito l’usufrutto dell’appartamento acquistato per lui dalla diocesi, utenze comprese, lo stipendio di 800 euro mensili per la governante e una serie di somme di denaro sul suo conto. Una pressione estorsiva a cui veniva sottoposto il vescovo che gli inquirenti hanno scoperto grazie a una serie di intercettazioni.

DON EURO al monsignore spiega al telefono che vuole ingannare il medico legale della Cattolica assicurazioni per ottenere una pensione di invalidità e anche se l’alto prelato è scettico non dice di no. Ma c’è poi la truffa ai danni delle suore delle Figlie di nostra Signora: don Morini si è fatto dare 400 euro per dire la messa di suffragio per le sorelle defunte, somma che poi ha speso in una Beauty farm. Raggiro che ha utilizzato anche altre volte. Ma il prete si è finto pure giudice per estorcere denaro e pretendere del sesso telefonico a una delle sue vittime. E infine tutte le truffe ai parrocchiani, che mettevano mano al portafoglio credendo di aiutare la parrocchia e non di pagare i festini di don Luca. Un giro di denaro pazzesco, che in pochi anni lo aveva portato ad avere un milione e mezzo di euro su un conto corrente. Denaro che ha in parte investito nei gioielli e in parte ha speso per pagare i suoi vizi. Dopo l’azione della Dda e della procura apuana non potrà più farlo. In attesa della conclusione del processo che si sta celebrando in questi mesi, anche se i reati più vecchi rischiano di essere prescritti.