
Tribunale
Pisa, 4 ottobre 2021 - Il giudice dell'udienza preliminare Giuseppe Laghezza di Pisa ha prosciolto perché «il fatto non sussiste» un medico e un'operatrice sociale della Stella Maris accusate di omicidio colposo per la morte di un paziente che morì soffocato da un boccone mentre stava cenando presso la propria abitazione.
Le due dottoresse, Graziella Bertini e Giovanna Sorrentino, erano responsabili del centro di Fauglia (Pisa). Per la prima, giudicata con rito abbreviato, il pm Flavia Alemi aveva chiesto una condanna a 18 mesi di reclusione, mentre per la seconda il non luogo a procedere. «In questo mondo così capovolto - commenta in una nota Giuliano Maffei, presidente della Fondazione Stella Maris - continuare a credere nella giustizia può sembrare una follia. Ma con umiltà e rispetto, ci credo, nonostante tutto, nonostante i titoloni dei media e dei social che già scrivono sentenze, perché la follia può essere anche generativa di cambiamento e non solo distruttiva. È questo sguardo che porta speranza per una società migliore. Sono felice di questa sentenza».
Maffei ricorda inoltre che «Giovanna Sorrentino è uno dei pochi medici che da oltre vent'anni ha preso seriamente in carico la specialistica riabilitativa e psicofarmacologica per i disabili adulti gravi e gravissimi, dimostrando un'attenzione più unica che rara verso persone così speciali: è e rimane un esempio di dedizione e, soprattutto, uno stimolo alle nuove generazioni di medici ad occuparsi con passione professionale ai nostri amici così fragili e così speciali».
Infine, conclude Maffei, «Graziella Bertini, non essendo medico, come giustamente aveva già richiesto lo stesso pm, e la sua difesa, ha visto riconosciuta la sua completa estraneità ai fatti con la sentenza di non luogo a procedere perché il fatto non sussiste: la Stella Maris, in questo momento di ritrovata tranquillità per la vicenda che ha sottoposto a indagine le due dottoresse, desidera dedicare un pensiero al giovane di 27 anni deceduto e che rimane sempre nei nostri pensieri, nel nostro cuore e nelle nostre preghiere»